ristoratori disperati

I ristoratori disperati in piazza per riaprire i locali. Fumogeni e scontri con la polizia

Damiana Verucci

Sono 120 le persone identificate ieri durante la manifestazione che ha raccolto a Roma circa 400 tra commercianti, ristoratori, operatori del settore turistico e delle palestre, tra cui aderenti al Movimento «Io apro». Nonostante il divieto della Questura, i manifestanti si sono presentati nel centro storico con l'intenzione di raggiungere i palazzi. Le forze dell'ordine - schierate in assetto anti-sommossa - fi hanno quindi convogliati verso piazza San Silvestro, così da impedire loro di arrivare a Montecitorio. Al grido «Libertà, libertà», «Non siamo criminali, ma gente che lavora», i manifestanti hanno provato con una delegazione a sfondare il cordone di protezione per raggiungere Montecitorio, desistendo però alle prime cariche di alleggerimento. Qualcuno ha lanciato fumogeni e bombe carta all'indirizzo dei poliziotti e un agente in borghese è stato ferito e portato via.

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe

 

La tensione ha raggiunto il culmine quando, durante uno dei tentativi della polizia di dialogare con i manifestanti, c'chi ha gridato all'indirizzo degli agenti «Toglietevi i caschi, siete persone come noi», a voler sottolineare che non erano lì per creare problemi, ma per tentare di arrivare al «palazzo del potere» per farsi ascoltare. Gli agenti si sono mostrati irremovibili, pronti con gli idranti a intervenire in caso di altri tentativi di sfondamento. «Ci stanno trattando come criminali - si sentiva urlare dalla piazza - ma noi siamo solo gente che lavora e che vede da oltre un anno chiusa la propria attività senza sapere come vivere e cosa dare da mangiare ai figli». Da lì i manifestanti hanno quindi incominciato a defluire nelle vie vicine per poi ritrovarsi in 200 in via dei Prefetti, nelle immediate adiacenze di Piazza del Parlamento, dove sono stati bloccati da un altro contingente di forze dell'ordine. Nel contempo un centinaio di manifestanti si è ritrovato nei pressi di piazzale Flaminio per un blocco stradale che impediva agli automobilisti di passare. Per farli desistere e riportare il traffico alla regolarità sono state delle cariche di alleggerimento: ad un certo punto sul blindato è stata fatta salire una ragazza che ha accusato un inizio di malore, mentre gridava contro gli agenti.

 

 

Tanti gli slogan intonati contro il premier Draghi, mentre dai megafoni partiva ogni tanto l'inno di Mameli. Sventolavano bandiere dell'Italia e striscioni che annunciavano la morte di palestre e ristoranti. Dopo gli scontri di martedì scorso c'era da aspettarsi che i controlli fossero ai massimi livelli. Un pullman di manifestanti diretto verso la Capitale stato fermato intorno alle 13 di ieri alla stazione Termini e sono state identificate quasi 40 persone (di cui 6 sono stati portati negli uffici della Questura). Chi era all'interno ha iniziato a raccontare quello che stava accadendo in diretta Facebook, scatenando la reazione di chi aveva intanto già raggiunto piazza San Silvestro. La loro posizione è al vaglio per quanto attiene la manifestazione non autorizzata e la violazione delle misure anticovid.

Intercettati e fermati dai poliziotti, al casello autostradale Roma Nord, altri due pullman provenienti da Bologna i cui occupanti, in possesso di autocertificazione, hanno dichiarato di dover partecipare alla manifestazione non autorizzata. Dopo l'identificazione, sono stati allontanati e fatti rientrare nella Regione di provenienza. Tra i manifestanti c'erano anche una cinquantina di militanti di Casapound, che hanno sventolato il tricolore e intonato cori contro gli esponenti del Governo, colpevoli, a loro dire, di non programmare ancora, dopo oltre un anno, le riaperture. «Non siamo qui per chiedere ristori o aiuti di alcun genere - spiega Gabriele che è venuto da Viterbo e ha un ristorante a gestione familiare - vogliamo solo riaprire e non ci importa del giallo che non ci risolve nulla. Vogliamo riaprire in sicurezza, questo stiamo continuando a chiedere ma nessuno ci ascolta». «Ci stanno trattando come criminali - lamenta Daniele Bavagnofi da Piacenza - hanno chiuso tutti gli accessi alla piazza e non ci fanno muovere da qui. Siamo persone per bene, lavoratori, che chiedono solo di tornare a lavorare e invece ci affrontano con caschi e manganelli impedendoci il nostro diritto di manifestare». E questa mattina si replica: con il movimento «Roma più bella» e un sit-in autorizzato al Circo Massimo, che conta di chiamare a raccolta almeno un migliaio di persone da tutta Italia, e con l'Assemblea straordinaria di Fipe Confcommercio in piazza San Silvestro per chiedere al Governo le riaperture con un piano dettagliato.