caso spionaggio

L'incredibile difesa della moglie di Walter Biot: era disperato perché con lo stipendio non campiamo

Walter Biot, 55 anni, capitano di fregata, in servizio dal 2015 al Terzo reparto di politica militare dello Stato maggiore della difesa. Queste le coordinate dell'uomo beccato a vendere segreti italiani ai russi, tra l'altro per 5mila euro. 

 

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La moglie del militare prova a difenderlo, e arriva quasi a sostenere che in fondo non ha dato ai russi niente di importante.  “Mio marito non voleva fottere il Paese, scusate la parola forte. E non l’ha fatto neanche questa volta, ve l’assicuro, ai russi ha dato il minimo che poteva dare. Niente di così compromettente. Perché non è uno stupido, un irresponsabile. Solo che era disperato. Disperato per il futuro nostro e dei figli. E così ha fatto questa cosa…”, afferma Claudia Carbonara, la moglie di Walter Biot. La donna di 54 anni, psicoterapeuta specializzata in sessuologia clinica ed esperta di terapie di coppia,ha parlato in un'intervista al Corriere della sera.

 

Alla base della scelta dell'uomo fermato in un parcheggio di Roma ci sarebbe la disperazione e il bisogno di denaro. “Io so che Walter era veramente in crisi da tempo, aveva paura di non riuscire più a fronteggiare le tante spese che abbiamo. L’economia di casa. A causa del Covid ci siamo impoveriti, lo sa?”, afferma Carbonara. Lo stipendio fisso allo Stato Maggiore della Difesa, “tremila euro”, “non bastava più per mandare avanti una famiglia con 4 figli 4 cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 268 mila euro di mutuo, 1.200 al mese”, sostiene la moglie dell’ufficiale italiano. E ancora "la scuola, l’attività fisica, le palestre (tra l'altro chiuse da mesi, ndr) dei figli a cui lui non voleva assolutamente che dovessero rinunciare”, ha detto la donna. 

 

Altri dettagli spuntano. Pare che Biot  fosse alla ricerca di denaro tra i colleghi per curare la bambina più fragile, tanto bisognosa di cure. “È vero, lui è un padre meraviglioso, affettuoso, sempre presente. Ma no, la piccola per fortuna è tutelata, non era questo il problema economico più grande da fronteggiare". Il fatto è che "non riuscivamo ad andare avanti, a campare”. La donna ora ha parua della "gogna mediatica" e respinge l'etichetta di spia al marito: "Traditore della patria? No, lui la patria l’ha servita”.