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Il direttore del Corriere fulmina Andrea Scanzi. Fontana lo stende con due parole

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Sempre più indifendibile. Nessuno è più dalla parte di Andrea Scanzi, il giornalista del Fatto quotidiano che è riuscito a ricevere i vaccino anti-Covid come "riservista" in una lista non ufficiale - lo sarebbe stato dopo qualche giorno - in Toscana affermando tra l'altro di averne diritto in quanto caregiver dei genitori. 

 

A fulminare il giornalista e opinionista tv arriva un pezzo da novanta del giornalismo made in Italy, ovvero il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana. "Cosa penso del 'caso Scanzi'? Non ho parole. Uno, per aver cercato di farlo; due per averlo usato come una sorta di arma mediatica da pubblicizzare". Due schioppettate da via Solferino sono quelle pronunciate da Fontana a Un giorno da pecora, il programma di Radio 1 Rai condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro oggi lunedì 29 marzo. 

 

Ma cosa ha sbagliato Scanzi? "È una cosa che non fa bene alla professione” commenta Fontana. Scanzi però sostiene di essersi iscritto ad una sorta di lista di 'panchinari', precisano i conduttori. “Non lo so, questa panchina non la conosco. Non so come si fa e la stragrande maggioranza delle persone non lo sanno. Comunque era una panchina un po' strana, fatta su un foglio... lasciamo stare”.  Il direttore del Corriere stende così un velo pietoso. 

 

Poi Fontana ha rivelato di esser stato querelato da Matteo Renzi. Più precisamente "per un'inchiesta sulla fondazione Open, mi è arrivata a casa una richiesta di risarcimento danni di 200mila euro. Aspettiamo la causa, speriamo bene, io sono abbastanza sicuro di quanto abbiamo scritto, non ho molto da temere. Renzi però ha querelato a raffica”. Cosa intende dire? “Un giorno mi ha chiamato e gli ho detto che mi era appena arrivata la querela. E lui mi ha risposto: 'l'ho mandata anche a te? Evidentemente ne aveva fatte a tanti altri su quella inchiesta che non si ricordava”, ha spiegato il direttore a Un Giorno da Pecora.

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