ad alto rischio

Piazzapulita, l'inchiesta sul mercato nero dei vaccini Covid: sul web milioni di dosi

Un’inchiesta di “Piazzapulita” cerca di rispondere ad alcune - inquietanti - domande: esiste un mercato parallelo dei vaccini? Le grandi aziende farmaceutiche hanno, in qualche maniera, delle “scorte” nei magazzini e, se sì, con quali meccanismi questi vaccini escono dal circuito ufficiale? E dove finiscono? La risposta è nel dark web, il lato oscuro di internet dove si può trovare di tutto: droghe, armi, killer e appunto i vaccini.

Nella puntata in onda giovedì 18 marzo il giornalista Alessio Lasta conduce i telespettatori del programma condotto da Corrado Formigli dentro il dark market, dove oggi si trovano in vendita milioni di dosi di vaccino anti Covid le stesse che promettono mediatori e affaristi pronti a trattative parallele per vendere i vaccini. Un market nel dark web in cui venditori senza scrupoli mettono in vendita anche i vaccini contro il Coronavirus. Ce ne sono di tutte le marche: Pfizer, Moderna, Sputnik. Si compra in modo anonimo, si paga con bitcoin. Un mercato ad alto rischio: 300 dollari per una fiala Pfizer. Una truffa, perché una volta effettuato il pagamento per far partire la spedizione servono altri 200 dollari.

Diego Marson, direttore sicurezza digitale della società di cyber security "Yarix", spiega: "Gli account esistono per alcuni giorni, alcune settimane, poi scompaiono nel nulla e non c'è modo di rintracciarli". Ma fuori dal web clandestino non va meglio perché imprenditori che guadagnano con la mediazione promettono vaccini di ogni tipo, previsti per i Paesi membri dell'Ue ma rivenduti a prezzi gonfiati dopo una triangolazione commerciale con l'Egitto. Gli egiziani fatturano, ma i vaccini che comprano sono quelli europei, stoccati nei depositi di Belgio e Olanda”.

Scorrendo tra le varie inserzioni, ci sono numerose offerte e i relativi dati per contattare il venditore in modo autonomo. Una fiala di vaccino Pfizer? Costa 300 dollari (420 euro circa), incluse le spese di spedizione. Pagamento con bitcoin. Quando il giornalista chiede una prova fotografica che si tratti del vaccino originale, adeguatamente conservato, riceve una foto di fiale anonime con una etichetta posticcia. Il giornalista comunque paga la somma richiesta. Tutto sembra andare per il verso giusto, finché non arriva una mail che chiede ulteriori 200 dollari per una fantomatica “assicurazione”, il cui 90% verrà restituito non appena la consegna sarà andata a buon fine. Se non si paga questa ulteriore somma, il pacco non parte. Dunque si potrebbe trattare di una truffa.

L’inchiesta va avanti. Il giornalista contatta un laboratorio  privato, Onilab, pioniere in Lombardia dei test molecolari, antigenici e sierologici. E che ha anche la licenza per commercializzare farmaci. Proprio per questo, l’Ad del laboratorio, il dottor Andrea Adessi, aveva fatto richiesta ufficiale ad AstraZeneca, Pfizer e Moderna di acquistare un certo numero di dosi dei loro vaccini per immunizzare aziende private che ne avevano fatto loro domanda. La risposta è stata “assolutamente no”. Perché “esistono contratti con gli Stati dell’Unione europea e le aziende produttrici non possono in alcun modo fuoriuscire da questi binari”. 

Ma è davvero così? Per verificarlo, nell’inchiesta il dottor Adessi manda una lettera di intenti in cui si dice disponibile ad acquistare 250mila dosi di vaccino. La invia a 25 aziende in tutto il mondo. Aziende che trattano farmaci, ma anche dispositivi di protezione individuale… E, colpo di scena, alcune aziende rispondono dicendo di poter far avere i vaccini al di fuori dei “binari ufficiali”. Tra queste, un’azienda italiana che ammette di aver importato dall’estero “privatamente” materiale vario, tra cui appunto i vaccini. Dice che può tranquillamente far avere, tra gli altri, anche il vaccino russo, lo Sputnik, visto che - secondo l’imprenditore italiano - lo hanno creato solo per poi venderlo, dato che con quello hanno vaccinato solo il 2% della popolazione russa. Quindi, se il dottor Adessi - o chi per lui - è disposto a comprare migliaia di dosi, l’imprenditore si dice disponibile a fargliele avere attraverso canali “paralleli”. Ovviamente non è legale. Oltre a non essere sicuro. E, infatti, l’imprenditore davanti alle telecamere di “Piazza Pulita” nega tutto.

Per fare chiarezza interviene l’avvocato Vincenzo Salvatore, professore ordinario di Diritto dell'Unione Europea all'università degli Studi dell'Insubria (Varese): “L’importazione parallela può avvenire da un altro Stato membro, oppure da Stati terzi, al di fuori dell’Ue. Le Regioni non possono andare per conto proprio. Perché la responsabilità internazionale è dello Stato”. E alla domanda se uno stabilimento privato italiano possa chiamare uno Stato, tipo la Svizzera, quindi extra Ue, per acquistare dei vaccini, Salvatore risponde categorico: “No. Perché le campagne vaccinali sono controllate e gestite dallo Stato. C’è anche un problema di farmaco-vigilanza sulle reazioni eventualmente avverse che l’inoculazione dei vaccini può creare”. Eppure, stando all’inchiesta, sarebbero subito disponibili - e fuori dai canali ufficiali - almeno 250 milioni di dosi di vaccini per un valore di oltre 2 miliardi di euro. Per questo è importante ribadire che è fondamentale affidarsi ai canali ufficiali per il bene della nostra salute.