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Benedetta Paravia, chi è l'italiana più amata degli Emirati che cura i bambini di Gaza

Giada Oricchio

Benedetta Paravia,  l'italiana più famosa di Abu Dhabi, nota come Princess Bee, ha rilasciato un'intervista al "Corriere della Sera". La salernitana dall'età misteriosa è diventata una star grazie a Hi Dubai e Hi Emirates, due programmi trasmessi dalla tv di Stato e seguiti da 1 milione di spettatori. È produttrice, conduttrice e cantante, ma soprattutto "esperta in relazioni internazionali, project management, contenuti etici, advisoring per i governi. Organizzo visite istituzionali, come quella dell’allora ministro Letizia Moratti". Una laurea in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, spiega perché ha scelto di vivere a Abu Dhabi: "La prima volta che scesi la scaletta dell’aereo sentii profumo di aria pulita. (...). I poveri per strada? No, è vietato dalla legge. Per fortuna, visto che vivo male le disuguaglianze sociali. Non c’è la mafia dei questuanti come a Roma, dove a via della Croce trovo ragazzi senza gambe che girano sullo skate per chiedere l’elemosina senza che i vigili urbani muovano un dito". E niente sbarchi di clandestini: "Ci mancherebbe! Entra solo chi è autorizzato. È una nazione arcisicura".

La Paravia non parla arabo perché "se capissi quello che dicono, mi crollerebbe il mito", però insegna italiano alle emiratine. Impegnata nel sociale con la sua Onlus Angels ("Senza l’aiuto di Angelo ed Eleonora Sermoneta, una coppia d’imprenditori romani, non sarei riuscita a salvare un piccolo di Gaza che stava morendo per un tumore al fegato. Nel mondo non esistono buoni e cattivi, ma solo chi vuol fare qualcosa e chi non fa nulla"), nega che gli israeliani siano diventati amici di Dubai per via delle escort di lusso: "Una mistificazione. Per trovare la prostituzione non serve cambiare Paese. È il mestiere più antico del mondo. Non di Dubai: del mondo. (...). Negli Emirati ho trovato molta correttezza sociale. La prima volta che tornai a Roma rimasi scioccata dai “vaffa” degli automobilisti. A Dubai per una parolaccia ti arrestano». Benedetta Paravia descrive una società in cui le donne comandano, "occupano la metà dei posti statali e il 30 per cento dei consigli d’amministrazione, in cui la Ministra per l'Istruzione ha strappato a Giorgia Meloni il record di Ministra più giovane perché è in carica da quando aveva 22 anni, in cui il massimo dell'aspettativa di un emiro verso le donne è la "sobrietà" e dove la poligamia (quattro moglie trattate alla pari) è "un dogma dell’islam che non interessa alle nuove generazioni". Sulla sua vita privata, rivela: "Ho rischiato di sposarmi tre volte con un locale. Il più importante era un componente della famiglia reale. In tre mesi di fidanzamento non mi sfiorò neppure la mano. C’incontravamo sempre alla presenza di un testimone. Un giorno però fu molto chiaro: “Non potrai più avere ruoli pubblici o aiutare i bambini di Gaza. (...). Chiesi consiglio a mio padre. “Lascia perdere, sarebbe la tua morte civile”, mi disse. Aveva ragione". Dopo aver respinto il figlio di uno sceicco, diventato in seguito suo amico, si è sposata con un cattolico italiano: "Non mi sarebbe stato possibile frequentare un uomo senza essere coniugata: fino a un mese fa a Dubai era illegale. Abbiamo divorziato nel gennaio 2020. Stavo per sposarmi di nuovo nei giorni scorsi al Cairo". Nella lunga intervista, risponde anche alla domanda: "Nella tv per cui lavora come trattano le notizie delle stragi jihadiste?": "Allora... (Lungo silenzio). È il telegiornale più onesto del mondo. Dice la verità. In Italia, quando mi sintonizzo su un tg, penso: ma chi cavolo è l’editore? chi scrive le notizie? E mi vergogno". E dulcis in fundo arriva l'endorsement per il corregionale Luigi Di Maio, dallo stadio San Paolo di Napoli a ministro degli Esteri: "Ho molto rispetto per chi distribuisce bibite e popcorn. Non c’è ambasciatore che non mi parli benissimo di lui".