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Lockdown, lo sfogo dello chef romano contro il governo. E chiede aiuto al presidente Mattarella

Giada Oricchio

Ristoratori sul piede di guerra. Lo chef romano Fabio Didomenicantonio denuncia in un video postato sulla sua pagina Facebook l’impossibilità a lavorare a causa delle incerte regole del Governo sul Covid-19: “Oggi sono inca**ato nero, mi sono rotto le palle. Caro governo, ci stai a far fare le spese natalizie, ogni giorno compriamo quintali di pesce e non sappiamo se stasera o domani siamo chiusi. Quando ce lo fate sapere? Il 24?”. Poi alza il tiro: “che questo è un governo di incapaci ormai lo abbiamo capito però io vado più avanti”.

Lo sfogo prosegue con la chiamata in causa del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Caro presidente Mattarella, il popolo italiano ha bisogno di una voce seria, retta che faccia da linea guida. Siamo allo sbando. Ci riversiamo per le strade non per lo shopping, ma perché non si può più stare dentro casa. Avete chiuso i centri commerciali e aperto i magazzini cinesi, avete chiuso i ristoranti, ma la gente si assembrerà in casa. In un ristorante invece i posti sono ben distanziati. Matterella è il garante della Costituzione, deve uscire dal palazzo e parlare al popolo italiano che non merita quello che sta succedendo. Stanno comprando le siringhe in Cina al doppio per non comprarle in Italia. In Cina hanno risolto tutti i problemi ma non ce lo fanno vedere. Il popolo sta morendo di fame, i ricoveri sono prese in giro, la Cassa Integrazione non arriva e loro pensano a come spartire la torta di 209 miliardi. Caro presidente Mattarella esca fuori dal castello e metta le mani su questo governo di sbandati, non sono questi i ministri che possono governare l’Italia. Conte dice che navighiamo a vista, ma non è così stiamo alla deriva, non controllate l’imbarcazione e andremo contro gli scogli. State distruggendo il paese più bello del mondo. Facciamo fare la politica ai politici, non a questi Ministri che fanno altri lavori. Caro Mattarella metta mano a questo governo di incapaci!”.