la rivelazione

Papa Francesco: so cosa provano i malati di Covid. Quando una suora mi salvò la vita

Papa Francesco e la sua esperienza "a un passo della morte". Il Pontefice ha raccontato "tre situazioni" Covid nel suo libro "Ritorniamo a sognare" che uscirà il primo dicembre. Repubblica ha pubblicato un estratto del volume. "Nella mia vita ho avuto tre situazioni 'Covid: la malattia, la Germania e Córdoba. Quando a ventun anni ho contratto una grave malattia, ho avuto la mia prima esperienza del limite, del dolore e della solitudine. Mi ha cambiato le coordinate. Per mesi non ho saputo chi ero, se sarei morto o vissuto. Nemmeno i medici sapevano se ce l'avrei fatta", sono le paroel di Jorge Mario Bergoglio. "Ricordo che un giorno chiesi a mia madre, abbracciandola, di dirmi se stavo per morire", scrive Francesco che all'epoca frequentava il secondo anno del seminario  a Buenos Aires. "Non avevo il tipo di influenza che si cura con l'aspirina (...). Mi operarono per togliermi il lobo superiore destro del polmone. So per esperienza come si sentono i malati di coronavirus che combattono per respirare attaccati a un ventilatore".

Il Pontefice parla di Cornelia e Micaela, due infermiere,  decisive quando i medici pensavano ormai che il giovane Bergoglio fosse spacciato. "Si sono battute per me fino alla fine, finché non mi sono ripreso. Mi hanno insegnato che cosa significa usare la scienza e sapere andare anche oltre, per rispondere alle necessità specifiche". In particolare suor Cornelia Caraglio: "conosceva meglio del medico ciò di cui avevano bisogno i pazienti". E di Maria Dolores Tortolo, una suora che nelle ore più buie lo andò a trovare e gli disse "stai imitando Gesù". 

Francesco racconta poi "il periodo tedesco, nel 1986, è stato il 'Covid dell'esilio'". "Fu un esilio volontario, perché ci andai per studiare la lingua e a cercare il materiale per concludere la mia tesi, ma mi sentivo come un pesce fuor d'acqua", racconta Francesco. Il terzo "Covid" è stato "quando mi mandarono a Córdoba dal 1990 al 1992. La radice di questo periodo risaliva al mio modo di comandare, prima da provinciale e poi da rettore. Qualcosa di buono senz' altro lo avevo fatto, ma a volte ero stato molto duro. A Córdoba mi hanno reso il favore e avevano ragione. In quella residenza gesuita trascorsi un anno, dieci mesi e tredici giorni. Celebravo la Messa, confessavo e offrivo direzione spirituale, ma non uscivo mai, se non quando dovevo andare all'ufficio postale. Fu una specie di quarantena, di isolamento, come nei mesi scorsi è successo a tanti di noi, e mi fece bene".

Una curiosità, di quel periodo di "lockdown"è la lettura da parte di Bergoglio dei trentasette tomi della Storia dei Papi di Ludwig Pastor. "Avrei potuto scegliere un romanzo, qualcosa di più interessante. Da dove sono adesso mi domando perché Dio mi avrà ispirato a leggere proprio quell'opera in quel momento. Con quel vaccino il Signore mi ha preparato (...). Mi è servito molto! Il 'Covid' di Córdoba è stato una vera purificazione.