sanità

Non c'è solo il Covid. Con il lockdown saltate 14 milioni di visite, l'allarme: "Non abbandoniamo i pazienti"

 Durante il lockdown «le visite specialistiche ambulatoriali prenotate e saltate sono state circa 14 milioni. Mentre intorno ai 12 milioni sono stati gli esami di diagnostica per immagini non effettuati. Per smaltire questo accumulo servirebbero circa sei mesi, considerando che nel frattempo l’attività ambulatoriale è ripresa allungando ancor di più le liste già fuori controllo prima del Covid. In termini temporali stiamo parlando di circa 300mila ore settimanali in più». È l’allarme lanciato da Antonio Magi, segretario generale Sumai Assoprof.

 

«Torniamo a chiedere al ministro della Salute, Roberto Speranza, un aumento delle ore settimanali per gli specialisti ambulatoriali facendole definitivamente passare dalle 20 attuali alle 38 previste dal vigente Accordo collettivo nazionale che prevede anche le visite domiciliari, indispensabili durante il periodo Covid e particolarmente apprezzate dai pazienti cronici», aggiunge Magi. «Non abbandoniamo i cronici, rafforziamo l’offerta del territorio. Gli specialisti ambulatoriali interni sono pronti a prenderli in carico. Sono milioni e spesso gravi. La cronicità non aspetta, non c’è solo Covid - rimarca il segretario - Non commettiamo lo stesso errore fatto nei mesi scorsi quando con gli ospedali sotto stress, i medici di famiglia oberati e gli ambulatori territoriali chiusi, i cronici sono stati abbandonati. Ora conosciamo meglio il virus e abbiamo maggiori risorse. Il ministro Speranza ci ascolti»

«Covid continua a dettare l’agenda politica, sanitaria ed economica del nostro Paese e non solo - ricorda Magi - Tutte le misure che l’esecutivo sta ponendo in essere sono giustamente orientate al contenimento di questa pandemia che ha ricadute su ogni aspetto del nostro vivere. Il numero dei contagi sta drammaticamente aumentando e le reti ospedaliere dei Servizi sanitari regionali cominciano ad organizzarsi per garantire la disponibilità dei posti letto per l’emergenza. In altri termini quelli che non possono assicurare il doppio percorso Covid-non Covid chiudono ai pazienti che non presentano sintomi Sars-Cov-2, a discapito dei cronici che potranno recarsi negli ospedali solo per controlli gravi e urgenti». Secondo Magi, «la medicina generale da mesi è sotto pressione. Oberata di lavoro per far fronte alle migliaia di richieste che arrivano per fare principalmente tamponi e ora anche i vaccini antinfluenzali».

In questo quadro dunque, dove ospedali e medici di famiglia «sono impegnati a contrastare con ogni sforzo possibile la pandemia, non vorremmo che i cronici passassero in secondo piano e quindi venissero dimenticati - conclude - Questo errore lo abbiamo già commesso nei mesi scorsi quando, tra maggio e giugno, abbiamo improvvisamente scoperto che lo stop delle visite specialistiche aveva comportato un’esplosione delle liste d’attesa già fuori controllo. La curva dei decessi, drammaticamente aumentata, ci conferma questo dato».