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Scuole chiuse in Campania, il Tar mette alle strette il presidente De Luca: servono dati chiari

Il Tar della Campania mette alle strette il presidente della Regione Vincenzo De Luca sull'ordinanza che ha chiuso le scuole per l'allarme contagi: i dati del governatori sarebbero infatti nebulosi e l'ordinanza che impone la didattica a distanza a tutti gli alunni dalla scuola secondaria in su rischia quindi di saltare già lunedì.

Dunque lo scontro politico sulla decisione del governatore è infuocato anche se non è escluso che la decisione della giunta di Napoli potrebbe replicarsi a livello nazionale, come avvenne con il caso Marche prima del lockdown. L'attività di professori e studenti, spiega il governatore Vincenzo De Luca, "è un tema delicatissimo e al quale teniamo tutti quanti, ma questa misura anche per la valutazione fatta dagli epidemiologi era una delle misure necessarie da prendere". L'obiettivo, dice il presidente campano, "è ridurre al massimo i luoghi e le occasioni di assembramento e cercare di frenare per quanto possibile la mobilità e i contagi sui mezzi di trasporto".

Lo stesso De Luca, correggendo la sua ordinanza permettendo l'apertura di nidi e scuole per bimbi da 0 a 6 anni, sottolinea che il problema potrebbe colpire più le occasioni extra-scolastiche e meno gli istituti. Lo stesso ministro dell'Università, Gaetano Manfredi, sostiene che nelle aule degli atenei "i contagi sono al minimo, ma c'è una pressione sul sistema dei trasporti, è innegabile". La titolare del dicastero dell'Istruzione, Lucia Azzolina, dice che lo scorso anno scolastico "non eravamo pronti, ma ora la situazione è diversa". Insomma, "abbiamo lavorato tutta l'estate per essere pronti", e "le scuole per me devono essere le ultime a chiudere, anche se io non ho potere di aprire o chiudere", cosa che va decisa a livello di governo.