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Italia senza terapie intensive, Il Domani inchioda il commissario Domenico Arcuri: "Ha sprecato tre mesi"

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I documenti interni inchiodano il commissario straordinario Domenico Arcuri: sulle terapie intensive ha sprecato tre mesi. Lo scrive Giovanna Faggionato in un articolo de Il Domani spiegando perché l'Italia è arrivata senza terapie intensive nella seconda ondata di Coronavirus. A luglio il ministero della Salute gli ha trasmesso i progetti delle Regioni, il commissario ha dato le deleghe per i lavori soltanto il 9 ottobre. "Per più di due mesi - si legge - i piani delle regioni per riorganizzare gli ospedali sono rimasti a prendere polvere nelle mani della struttura del commissario all'emergenza Domenico Arcuri. Due mesi che erano anche il periodo migliore per rinnovare le strutture ospedaliere svuotate grazie al rallentamento estivo dei contagi".

Il manager riceve già il 3 luglio i piani di sei regioni: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Veneto e delle due province autonome di Trento e Bolzano. "Il 29 luglio - si legge su Il Domani - la Corte dei Conti termina la sua parte. Secondo i documenti del ministero della Salute a fine mese le regioni vengono informate dell'avvenuta bollinatura. A questo punto sarebbero potuti partire i lavori ma i piani restano fermi". Le amministrazioni locali avrebbero sollecitato più volte la proposta di avere la delega per poter gestire autonomamente e far partire i lavori. "Tutte le procedure sono state fatte entro la scadenza, poi chi doveva agire era il commissario straordinario" spiega Giovanni Monchiero coordinatore della task force che ha messo a punto il piano del Piemonte.

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