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Emergenza sbarchi e Covid, binomio al collasso

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«Il binomio sbarchi/Covid-19 è ormai al collasso e nessuno ne parla. Ovunque, come poliziotti, assistiamo a casi di positività dei migranti ma a noi servitori dello Stato non vengono assicurate le dovute tutele e prevenzioni. Quei pochi strumenti che ci può mettere a disposizione l’Amministrazione non bastano a evitare il contagio e comunque dobbiamo vigilare senza intervenire laddove vi siano fughe o problemi di sorta. E siamo ancor più preoccupati perché da un paio di giorni qualche collega attualmente impegnato in Sicilia per l’emergenza sbarchi è risultato positivo ai test Covid-19». Lo scrive in una nota Andrea Cecchini, Segretario Generale Nazionale di Italia Celere. «Al Centro Accoglienza di Monastir in Sardegna - continua il sindacalista - alcuni migranti positivi al Covid-19 sono liberi di scavalcare e girare per la città andando a fare la spesa e usando le stesse strutture e servizi a disposizione dei poliziotti. È un albergo senza regole, bisogna trovare soluzioni urgenti quali luoghi isolati per evitare che il contagio dilaghi. Per costoro, così, non viene assicurata la quarantena prevista; davvero allo Stato non interessa che i propri uomini impegnati in prima linea non siano tutelati? Perché non sottoporre i poliziotti all’obbligo del tampone? Perché non dotarli di strumentazioni idonee per evitare il contagio? È normale abbandonarli a tutte queste grandi responsabilità lasciandoli da soli e in balia di turni massacranti?».

«Centinaia di poliziotti vanno su e giù per l’Italia con gli aerei accompagnando i migranti che devono essere spostati da una struttura all’altra - aggiunge Cecchini - lì non è assicurato minimamente il famoso distanziamento sociale eppure gli stessi poliziotti, terminato il servizio, tornano nelle proprie caserme e nelle proprie case come se nulla fosse accaduto. A Roma, al termine del servizio a Rocca di Papa, i poliziotti sono stati costretti ad acquistare autonomamente il disinfettante da spruzzarsi addosso dopo aver indossato ventiline di colore blu che, purtroppo, non assicuravano il necessario scudo protettivo visto che parte della divisa di ordinanza restava esposta a qualsiasi tipo di contagio». E conclude: «Pretendiamo una assunzione di responsabilità da parte dell’Esecutivo che ha letteralmente scaricato sui poliziotti ogni tipo di responsabilità. È il momento di abbandonare quelle battaglie a colpi di spot elettorali e dedicarsi seriamente ai problemi reali del Paese; pretendiamo, per la tutela della categoria lavorativa per cui ci adoperiamo, una forte presa di posizione da parte dello Stato altrimenti l’emergenza presto diventerà una emorragia». 

 

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