Omicidio di Chiara Poggi

Delitto di Garlasco, colpo di scena: Alberto Stasi chiede la revisione della sentenza

Colpo di scena nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi. La difesa di Alberto Stasi, condannato nel 2015 in via definitiva a 16 anni di reclusione per la tragica morte della fidanzata, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco in provincia di Pavia, ha chiesto la revisione della sentenza.

Il provvedimento è stato depositato dall’avvocata Laura Panciroli, nominata a dicembre. L’obiettivo è rivedere la partecipazione dell’assassino al delitto. Un’azione rarissima, che presuppone nuove prove di straordinaria importanza. La notizia ha lasciato di stucco la famiglia Poggi, assistita da Gianluigi Tizzoni. "Questa storia è già stata passata al vaglio da un centinaio di professionalità tra giudici, avvocati, periti, medici e carabinieri. È alquanto sorprendente che oggi si possa aver trovato un elemento decisivo e nuovo", ha dichiarato l’avvocato. Secondo Tizzoni, alla fine dello scorso anno Stasi "ha cambiato legale proprio con questa finalità. È evidente che necessitava di una nuova difesa per domandare la revisione della sentenza. Anche se è abbastanza suggestivo dopo 13 anni".

Stasi, all’epoca dei fatti 24enne, è detenuto nel carcere di Bollate. Si è sempre dichiarato innocente. Da subito i sospetti erano ricaduti su di lui, l’indagato numero uno. Secondo Panciroli sarebbero stati individuati elementi nuovi, mai valutati prima, in grado di escludere la responsabilità di Stasi, da sempre personaggio enigmatico e silenzioso. Riservato e timido, come si è dimostrato anche durante le lunghe indagini, con un’immagine da bravo ragazzo tradita dal ritrovamento sul suo computer di filmini hard e materiale pedopornografico. La difesa della famiglia Poggi ha titolo per «accedere agli atti. Valuteremo se depositare chiarimenti in memoria - ha spiegato Tizzoni -. La vicenda è stata lunga e intensa, i documenti sono raccolti in 40 faldoni». Adesso la palla passa alla corte di Appello di Brescia, che valuterà l’eventuale ammissibilità della richiesta.