CAMPIONATO

Di Francesco: Roma pronta a fare bene a Napoli

Erika Menghi

Dopo una settimana intensa, tra analisi e confronti, la Roma cerca la cura in casa della capolista. Una mission impossible se si dà retta al -19 dal Napoli, ma la squadra che domani sera scenderà in campo al San Paolo è la stessa che è stata capace di fare bella figura a Stamford Bridge e di perdere solamente una partita delle ultime 19 in trasferta, nel maledetto Stadium juventino: «Non bisogna avere paura di un gruppo forte come il Napoli. Abbiamo le potenzialità per fare bene nonostante la classifica non dica questo. Siamo un po’ troppo distanti dalla gara d’andata, ma l’atteggiamento giusto è quello del secondo tempo che ci ha portato a fare ottime prestazioni successivamente. Non cambia la mentalità, ma dobbiamo restare in partita con maggiore continuità, è quello che ci è mancato nelle ultime gare. Col Napoli non ce lo possiamo permettere perché abbiamo di fronte una squadra in grande condizione psicologica e fisica». L’opposto della Roma, che a gennaio è entrata ufficialmente nel tunnel della crisi e sta facendo una fatica incredibile ad uscirne fuori, passando per cambi di modulo e faccia a faccia tra allenatore e giocatori in cerca di soluzioni: «Al di là di quello che posso aver detto alla squadra, voi – dice Di Francesco riferendosi ai giornalisti – non avete capito una cosa: confondete la disponibilità e l’educazione con la poca personalità e la capacità di non saper interagire. La condivisione è fondamentale per arrivare a certi risultati. Noi abbiamo sempre creduto in un determinato tipo di gioco e ci credo io per primo. Io quando parlo con i ragazzi ascolto, poi decido io. Non do segni di debolezza, ascolto e rispondo. Mi dà fastidio che questa cosa venga confusa, deciderò sempre io il sistema di gioco. I giocatori faranno sempre quello che dico io. Quando vedrò che non c’è risposta sarò il primo a salutare». Il tecnico giallorosso sente la fiducia dello spogliatoio, oltre che quella più volte ribadita dalla società, ma il suo futuro dipenderà dal finale di stagione: «Abbiamo bisogno di fare risultati, le partite diventano sempre meno e dobbiamo riprenderci il posto in Champions. Il fatto di aver fatto pochi punti con quelli davanti ci sta togliendo qualcosa. Bisogna avere grande convinzione e determinazione, abbiamo l’occasione per migliorare, domani ci dobbiamo provare. Dobbiamo migliorare sotto l’aspetto mentale, dobbiamo cercare di crescere, non dobbiamo perdere il filo conduttore alla prima difficoltà. Il campo dà le risposte, i fatti dicono che usciamo dalla partita alle prima difficoltà. Abbiamo ripreso poche volte un risultato negativo in partenza. È un segnale sul quale ci sono delle deficienze su cui dobbiamo migliorare e lavorare». Invertire il trend a Napoli non sarà semplice, Di Francesco lancia il guanto di sfida a Sarri: «Lui ha iniziato molto prima di me, al di là delle sconfitte e degli esoneri è uno dei migliori allenatori in circolazione. Lui è passato da un 4-4-2 ad un 4-3-1-2 ad un 4-3-3. La sua mentalità l’ha portato ad avere una squadra che è nata per giocare il 4-3-3. È stato bravissimo a dargli grandi motivazioni e a fargli capire le due fasi». L’ex Sassuolo vuole vedere una squadra corta, a prescindere dal sistema di gioco: «Se i reparti si allargano soffri sempre, se resti compatto va bene qualsiasi modulo. Il concetto di fondo è quello di squadra, non individuale». Ma ci sono singoli in grado di fare la differenza che stanno un po’ mancando, come Nainggolan: «Radja sta smaltendo i postumi della botta che ha preso, che gli ha fatto perdere un dente: valuteremo entro domani se utilizzarlo o meno». Pellegrini, invece, «è tornato completamente a disposizione». In avanti il ballottaggio è aperto sulla corsia mancina, ma balza in testa Perotti dato che «Defrel ha avuto qualche problemino negli ultimi 2 giorni, ma non ho ancora deciso niente». Il nome di Balotelli gli stuzzica la fantasia: «Lo allenerei sicuramente. È un giocatore con cui ho parlato prima di andare al Sassuolo per portarlo con me, abbiamo fatto una lunga chiacchierata, ma lui alla fine non è venuto. È un calciatore con grandissimi mezzi ed è stimolante».