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Mostra: 'Fiori invisibili', duo Ttozoi racconta con materie organiche e muffe genius loci Roma

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Roma, 14 set. (Labitalia) - Dal 22 settembre e fino al 12 novembre al Gaggenau DesignElementi di Roma sarà visitabile la mostra "Fiori Invisibili" curata da Sabino Maria Frassà e dedicata ai quadri realizzati dal duo Ttozoi con le muffe che raccontano il genius loci della Città Eterna. Protagonista la Natura, la più grande artista di sempre. La mostra era stata inaugurata a luglio con una grande performance durante la quale con farina e acqua si erano preparate le tele su cui far fiorire i fiori invisibili dei Ttozoi.

Capita di fermarsi sbalorditi a contemplare l'intima bellezza della natura, anche quando essa si manifesta impetuosa, tragica e persino mortale: come non rimanere ipnotizzati dal mare in tempesta? Questa drammaticità, intesa come azione e come ambivalenza vita-morte della natura, è il concetto alla base di “Fiori invisibili”, mostra aperta fino al 12 novembre 2021 presso lo Spazio Gaggenau DesignElementi di Roma, in cui il duo Ttozoi espone opere d'arte realizzate a partire da materie organiche (farine, acqua e pigmenti naturali), che ci mettono in contatto con un mondo extraordinario - le muffe - elementi che normalmente non consideriamo nell'ambiente intorno a noi. Sorprende come il duo artistico, originario di Avellino e unito da un legame di amicizia decennale, realizzi così quadri attraverso l'impiego di un qualcosa - la muffa - che solitamente viene considerato addirittura nemico dell'arte e sinonimo di qualcosa andato a male. Per arrivare a tale risultato gli artisti hanno maturato un lungo procedimento di fatto invisibile agli occhi sia degli artisti sia degli spettatori, fortemente influenzato e in connessione con le condizioni ambientali che lo circondano.

“La Natura è la più grande artista. Gli artisti sono i registi dell'opera d'arte, perché il vero protagonista e pittore rimane proprio la natura, che si manifesta imperiosa sulle tele in tutta la sua inimitabile complessità e irripetibilità, -spiega il curatore Sabino Maria Frassà-. Pertanto, sebbene i Ttozoi partano dall'arte informale del dopoguerra, la loro è un'arte processuale in cui il gesto artistico, in senso squisitamente maieutico, completa e guida la natura nell'auto-manifestarsi: a ben pensarci possiamo persino dire che i quadri in gran parte si autodeterminino e che con essi abbia luogo un'epifania della natura. Gli artisti si "limitano" a determinare le condizioni affinché la vita possa partire, fiorire e lasciare traccia sulle tele. L'uomo, da nemico della natura, per una volta diventa umile narratore della sua bellezza e intima fragilità”.

Attraverso l'utilizzo di materie organiche (farine varie), acqua e pigmenti naturali su tele di juta, i Ttozoi implementano una “Art Area” formata da diverse installazioni di teche sigillate, all'interno delle quali vengono riposte le tele e lasciate a dimora per circa 40 giorni. Durante questo “vuoto d'intervento”, il tempo e la natura fanno il resto, favorendo le condizioni per la naturale proliferazione di muffe sulla tela, con manifestazioni sempre diverse poiché condizionate dalle variabili esterne specifiche del luogo di esecuzione.

Con l'apertura di “Fiori Invisibili” il Gaggenau DesignElementi di Roma si trasforma così in un laboratorio creativo, dove le tele avviate dai TTOZOI matureranno, nel corso della mostra, fino a trasformarsi in una vera e propria testimonianza del luogo in cui sono state generate. Le spore, infatti, interagiscono con le opere iniziate dagli artisti, conquistando lo spazio da questi concesso e seguendo un istinto di sopravvivenza, mentre i Ttozoi monitorano la progressione del processo e lasciano che la tela catturi l'humus, l'anima - il genius - del luogo.

Quando decidono di interromperlo, la memoria della vita resta impressa sulla tela: l'opera d'arte prende forma così soltanto quando il processo vitale si è compiuto, e all'interno delle teche si trova la storia di una fioritura tanto impetuosa quanto ormai irrimediabilmente passata. Solo a questo punto gli artisti intervengono, “scavando” nei resti di quel che rimane di questa invisibile fioritura, facendone emergere le impronte e le radici. Delle muffe - un mondo extraordinario, che normalmente non consideriamo nell'ambiente che ci circonda - rimane una testimonianza che nutrirà il futuro di chi verrà dopo di noi. Del resto come conclude il curatore Frassà "da sempre e per sempre, ogni nuova vita si nutre più o meno consapevolmente delle tracce del passato, che assimila e fa proprie, per riuscire infine a fiorire in qualcosa di imprevedibilmente nuovo. Questa è la magia dell'arte dei Ttozoi: scavare nell'invisibilità per far emergere i fiori invisibili di ieri, oggi e domani".

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