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Le difficoltà per i pazienti ai tempi di Covid-19

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Roma, 26 nov. (Adnkronos Salute) - "Oggi il dermatologo ha a disposizione nuove opzioni terapeutiche, come gli anticorpi monoclonali, che possono aiutare a raggiungere e mantenere una remissione delle placche psoriasiache e una pelle quasi o completamente pulita in un'elevata percentuale di pazienti già dopo le prime somministrazioni. Risultati che fino a pochi anni fa erano difficilmente prevedibili". Così Francesco Cusano, presidente dell'Associazione dermatologi ospedalieri italiani (Adoi), durante la conferenza stampa in live streaming 'Psoriasi, un corto per liberare le proprie emozioni', organizzata da AbbVie per presentare il corto 'Da capo' per la campagna internazionale 'Let Me Be Clear'. Il cortometraggio è visibile sul sito www.vicinidipelle.ite sui social.

"La terapia della psoriasi ha subito un'evoluzione importantissima negli ultimi 20 anni - ha ricordato Cusano - Alle terapie tradizionali di tipo topico, fototerapia e farmaci tradizionali si è affiancata in maniera imponente l'epoca dei farmaci biologici. All'interno della terapia biologica, abbiamo registrato con crescente soddisfazione il susseguirsi dell'individuazione dei bersagli terapeutici, di molecole e farmaci che vanno a indirizzare la loro azione su bersagli sempre più precisi. I farmaci di ultima generazione, infatti, consentono di ripulire in grande percentuale la pelle delle persone con psoriasi, di allungare i tempi di somministrazione del farmaco e di mantenere quanto più possibile nel tempo i risultati ottenuti".

"I progressi della medicina odierna - ha aggiunto Andrea Chiricozzi, della Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e di malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) - hanno portato allo sviluppo di farmaci che permettono una risoluzione completa o quasi completa di segni e sintomi della psoriasi in una elevata percentuale di pazienti, con risultati che si mantengono nel tempo e con un profilo di sicurezza molto elevato. Questi dati sottolineano il miglioramento significativo della qualità di cura che è possibile ottenere nelle persone con psoriasi a placche moderata-severa".

"Il rapporto medico paziente è fondamentale - ha sottolineato Chirocozzi - ma deve essere basato sulla fiducia reciproca in modo che si possa stabilire una sorta di relazione proficua. Deve rappresentare un'opportunità per i pazienti, preoccupati non solo per la malattia e per la terapia. In questo momento, in piena pandemia da Covid-19, temono per gli effetti collaterali o per le riduzioni della capacità del sistema immunitario a causa di alcune terapie che utilizziamo per la cura della psoriasi. Timori che vanno ascoltati e a cui serve dare una risposta da parte nostra. Poi bisogna anche ricordarsi quelli possono essere i bisogni dei pazienti. E questo rappresenta un'opportunità per noi medici, in quanto i dermatologi possono ottenere quelle informazioni utili affinché si possa poi attuare la cosiddetta medicina di precisione. Sapere qual è il bisogno del paziente ci aiuta a selezionare il farmaco in base alle sue condizioni cliniche e alla sua storia".

Anche per i pazienti con psoriasi da marzo sono state ridotte le attività di assistenza in ospedali e ambulatori, a causa delle misure anti-Covid. "Tuttora, la situazione negli ospedali è di emergenza sanitaria - ha confermato Chiricozzi - quindi di restrizioni per quanto riguarda le visite. In ambulatorio siamo costretti ad allungare i tempi di visita, perché tutte le procedure di sanificazione degli ambienti non ci permettono di accogliere tanti pazienti quanti ne potevamo assistere prima della pandemia e questo ha determinato anche un allungamento delle liste di attesa".

"Molti nostri medici vengono trasferiti in reparti Covid - ha evidenziato Cusano - Una situazione che da un lato nobilita l'attività di questi colleghi che danno una mano a favore della popolazione, ma dall'altra lascia totalmente priva di punti di riferimento l'assistenza dei pazienti con psoriasi. Alcune soluzioni possibili come la telemedicina possono darci una mano, ma siamo già molto in ritardo per organizzare in maniera concreta qualcosa di questo genere che non sia semplicemente uno spot o un'iniziativa individuale".

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