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Fisco: Cida, riforma per ridurre il carico fiscale sui ceti medi

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Roma, 1 ott. (Labitalia) - Una riforma fiscale finalizzata a ridurre il carico fiscale sui ceti medi, senza intaccare detrazioni e deduzioni su welfare e previdenza complementare e orientata ad armonizzare i trattamenti fiscali e previdenziali sul lavoro. E' quanto emerso durante un incontro fra una delegazione di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, con la sottosegretaria al ministero dell'Economia, Maria Cecilia Guerra.

“Il cantiere sul fisco - ha detto il presidente di Cida, Mario Mantovani -voluto dal governo è in fase di accelerazione e il confronto con la sottosegretaria Guerra è stato molto utile per conoscere gli orientamenti del governo e portare le nostre istanze e proposte nella sede più idonea. I tecnici del ministero stanno lavorando ad una riforma dell'Irpef che modificherà l'attuale ‘curva' per renderla più progressiva ed evitare sbalzi eccessivi fra uno scaglione e l'altro".

In particolare, "si dovrebbe intervenire sul terzo scaglione Irpef, da 28.000 a 55.000 euro di imponibile, in quanto si caratterizza per un salto di aliquota marginale molto significativo. Sullo sfondo resta il riferimento al ‘modello tedesco' ma come Cida, pur condividendone i principi, non crediamo sia una panacea per il fisco di casa nostra".

"Il governo - ha aggiunto il presidente di Cida - sta anche lavorando allo sfoltimento e alla razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, ma al momento non sono in discussione le detrazioni e le deduzioni relative al welfare, tanto meno quelle per la previdenza integrativa. Durante l'incontro con la sottosegretaria abbiamo difeso il valore di sussidiarietà di questo modello e che ci auguriamo che i nostri argomenti vengano recepiti. Altro tema di discussione, e sul quale abbiamo registrato una certa sintonia, è quello relativo all'armonizzazione dei trattamenti fiscali e previdenziali relativi al lavoro, superando la rigida dicotonomia fra lavoro dipendente e quello autonomo ispirandosi, invece, ad un concetto più evoluto di ‘lavoro organizzato', che consente anche di superare flat tax e regimi fiscali speciali".

"Sempre in tema di lavoro - ha sottolineato - ci siamo confrontati sull'argomento, di grande attualità, dello smart working che, dopo la crescita incontrollata dovuta all'emergenza pandemica, va necessariamente regolato, con garanzie e tutele, contro le ipotesi di marginalizzazione del lavoro a distanza (specialmente femminile) e di derive verso forme di cottimo".

"L'urgente realizzazione di una riforma della fiscalità e in particolare delle aliquote e degli scaglioni Irpef, deve andare nel segno della semplificazione e della giusta progressività, del trattamento omogeneo per tutti i redditi da lavoro, della riduzione dei troppi regimi speciali, per rendere il sistema più efficiente, equo e coerente con i principi di solidarietà e uguaglianza", ha concluso Mantovani.

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