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Ponte Genova: Gandolfi, 'la burocrazia stavolta non ha vinto'

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Roma, 3 ago. (Labitalia) - "Questa inaugurazione è la dimostrazione che l'Italia è prigioniera della burocrazia, in particolare nell'ambito dei lavori pubblici e degli appalti. Ma stavolta è stata realizzata una moderna infrastruttura in tempi record e con la massima trasparenza". Così Nicoletta Gandolfi, della commissione Ambiente dell'ordine degli Architetti di Bologna, commenta la ricostruzione del nuovo ponte Morandi. "Nel nostro Paese - fa notare Gandolfi - ci sono importanti risorse bloccate a causa di lungaggini amministrative. Inoltre, in passato sono state realizzate in poco tempo autostrade lunghe centinaia di chilometri, spesso costruite su territori instabili e franosi, quindi con non poche difficoltà e con tecnologie non paragonabili ovviamente a quelle attuali, per prestazioni e resistenza. E' il caso, per esempio, dell'Autostrada del Sole fra Milano e Napoli, la più lunga d'Italia con i suoi 760 chilometri e costruita in soli otto anni fra il '56 e il '64, o della Torino-Milano di quasi 600 chilometri che si sono concretizzati in meno di tre anni, addirittura fra il 1930 e il 1932" ricorda l'esperta.

"Invece, per terminare la variante di valico, inaugurata qualche anno fa - spiega Gandolfi - ci hanno impiegato circa 15 anni ed è lunga poco più di 30 chilometri". Un'altra questione importante sul nuovo ponte Morandi “è quella del traffico pesante, con tir enormi che trasportano frutta e verdura su e giù per il Paese, viaggiando a fianco o quasi delle auto per 700-800 chilometri e creando situazioni di estremo pericolo per gli automobilisti” osserva ancora Gandolfi.

“Sarebbe opportuno separare i due tipi di trasporti e incentivare il traffico delle merci e dei beni alimentari su rotaia, che oggi in Italia rappresenta una bassissima percentuale”. Un altro intervento necessario, poi, suggerisce l'architetto, sarebbe quello di “incrementare la rete ferroviaria in alcuni tratti, in particolare nel Sud Italia e rendere veloci e operativi gli interporti ossia i punti di scambio delle merci da rotaia a gomma: sarà possibile?” chiede Gandolfi che conclude: “Intanto modernizzare le infrastrutture, utilizzando anche le risorse dell'Unione europea, può far crescere l'occupazione e l'economia: è già un passo avanti investire nella manutenzione delle reti viarie e ferroviarie esistenti, cercando di rammendarle al meglio”.

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