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Fase 2: Cida, contributo concreto per dirigenza medica

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Firenze, 29 mag. (Labitalia) - Si sono riunite in videoconferenza le organizzazioni sindacali della dirigenza medica per affrontare l'emergenza pandemica, con l'obiettivo di garantire sicurezza delle cure, degli operatori e adeguati livelli assistenziali nelle prestazioni dell'emergenza urgenza e della rianimazione, sul territorio e negli ospedali del servizio sanitario regionale toscano. "I sindacati - si legge in una nota della Cida - sentono la responsabilità di dare il loro contributo concreto, nel lungo periodo che precederà la disponibilità di un vaccino e terapie specifiche, per ricercare soluzioni e strategie a sostegno del sistema di emergenza urgenza toscano, già in crisi per la grave carenza di personale, ripetutamente segnalata dalle organizzazioni sindacali della dirigenza medica". La carenza "di adeguati dispositivi di protezione individuale (soprattutto nei sistemi 118 e nei dea), la inadeguatezza dei percorsi, hanno determinato una elevata esposizione all'infezione, riscontrando una positività ai test per la ricerca di SarsCoV2 superiore al 5% e di conseguenza l'allontanamento per quarantena del personale contagiato è andato ad aggravare ulteriormente la cronica carenza di medici in servizio".

"Nonostante l'impegno - sottolinea la Cida - di regione e aziende nel reperimento di risorse, approvvigionamento di dpi, assunzioni straordinarie, l'area dell'emergenza urgenza, in questa fase, non ha trovato risposte concrete e sufficienti, soprattutto per il reclutamento di personale medico. Nel corso dell'emergenza covid si sono rese ancora più evidenti le conseguenze della disomogeneità del sistema regionale toscano dell'emergenza-urgenza, non solo nella distribuzione delle risorse, ma anche nella sua organizzazione, che per essere concreta ed efficiente richiederebbe di far confluire il personale medico in una unica realtà contrattuale, ovvero il passaggio alla dipendenza per i medici convenzionati del servizio emergenza territoriale 118". Al momento, in Toscana, "sono circa 150 i medici convenzionati, che rappresentano il 50% della forza lavoro sui mezzi di soccorso avanzato. Va riconosciuto che all'inizio dell'epidemia i medici di emergenza 118, rispondendo a tutte le chiamate dei pazienti con sospetto covid, sono stati sottoposti ad un rischio più elevato di contrarre l'infezione, prima che fosse organizzata una assistenza territoriale. Il 118 ha così realizzato un valido filtro, riducendo il sovraffollamento dei pronti soccorso e degli ospedali e posto le basi per le cure domiciliari".

"Con la costituzione del tavolo intersindacale permanente dell'emergenza urgenza e rianimazione - osserva la Cida - tutte le organizzazioni sindacali in questo raccolte, presentano la loro realtà alla politica regionale e con il proprio impegno e con iniziative pubbliche si propongono di ricercare e sollecitare soluzioni concrete alle necessità del sistema. E' necessario mettere a disposizione del governo regionale proposte concrete di partecipazione e collaborazione, perché è solo coinvolgendo tutti gli attori che si possono risolvere vecchie e nuove situazioni di disagio e di rischio, facendo si che il sistema 118, pronto soccorso e i servizi di rianimazione riescano a mantenere adeguati livelli assistenziali. I sindacati affermano il dovere istituzionale di garantire a tutti i cittadini l'accesso alle cure, soprattutto in un momento così difficile come quello che stiamo tutti vivendo e sostengono una adeguata capacità di risposta alle criticità che dovremmo affrontare nella attuale fase post Covid e nel prossimo futuro".

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