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Fase 2: antagonisti e associazioni manifestano contro Palazzo Lombardia

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Milano, 27 mag. (Adnkronos) - "Prendiamo parola, riprendiamo le piazze". E' lo slogan con cui nel pomeriggio, a partire dalle 17.30 diverse anime di Milano si ritroveranno in via Melchiorre Gioia a Milano, davanti al palazzo della Regione Lombardia, "per rivendicare con forza condizioni materiali di reddito e di vita dignitosa per tutti e tutte". Ad organizzarlo le realtà sociali politiche e sindacali di base che hanno dato vita alla manifestazione virtuale del 1 maggio, Flaica - Cub, Associazione AccoglierSi, Mai più lager - No ai Cpr, Pcl Milano, Partito della Rifondazione Comunista Prc Federazione di Milano, Sinistra anticapitalista Milano, Fronte popolare Milano e Cub Confederazione Unitaria di Base. Tra chi aderisce, tra gli altri: Non Una di Meno Milano, Partito dei Carc Federazione Lombardia, Usi/Cit Milano, Verdi/Cambiamo Ossona.

L'emergenza Covid-19 "ha fatto esplodere le contraddizioni di un sistema che si è basato per anni sullo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, in particolare nella Milano città degli eventi e delle vetrine sfavillanti. Oggi, nella cosiddetta fase 2, sono lasciate indietro proprio tutte le persone con contratti precari e ultraflessibili che da subito si sono trovate senza alcuna protezione", è il messaggio degli organizzatori. La piazza "darà voce al personale sanitario, alle lavoratrici e ai lavoratori 'invisibili' che ci hanno permesso di resistere rifornendo le filiere alimentari, ai lavoratori della logistica e della distribuzione, a chi è stato costretto a lavorare senza le necessarie condizioni di sicurezza nelle fabbriche che in pieno contagio non volevano chiudere mai".

Sotto la sede della Regione non si parlerà solo "di sanità pubblica e di responsabilità (la mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca per citarne una) ma anche di persone spaventate, scioperi vietati, uso dello smartworking senza le dovute tutele, rivendicazioni messe in un angolo per mesi". La lista delle 'rivendicazioni' è lunga a partire da un "reddito garantito per tutti e tutte: ammortizzatori sociali che coprano il 100% degli stipendi; un reddito di base permanente, di almeno 1.000 euro, per tutelare precari e disoccupati anche dopo il Coronavirus".

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