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Monti sicuro: con M5s e Lega sarà terza guerra mondiale

C'è uno spettro che si aggira per l'Europa, ed è lo spettro di Mario Monti, il professore bocconiano oggi senatore a vita e già presidente del Consiglio italiano. Al momento si aggira per dibattiti, conferenze e apparizioni tv nazionali. Ma è possibile che lo faccia anche fuori dai confini. Rappresentando anche lì quel che sostiene qui: una catastrofe prossime ventura. Che ha un nome e un cognome chiari: Matteo Salvini. E due possibili scenari futuri: grazie a lui la terza guerra mondiale. Oppure, se va di fortuna, la semplice emarginazione per non dire espulsione dell'Italia dai consessi internazionali, iniziando ovviamente da quello europeo. Questo Monti- Cassandra ossessionato dal leader della Lega ha sparso questo suo virale catastrofismo a piene mani l'altra sera nel cuore di Roma, a due passi dai palazzi della politica. Partecipava a un evento che poteva sembrare pure innocuo, come la presentazione dell'ultimo libro del giornalista David Parenzo, “I falsari. Come l'Unione europea è diventata il nemico perfetto per la politica italiana” (Marsilio), insieme ad Emma Bonino e Giuliano Ferrara, tutti moderati dal vicedirettore di Repubblica, Sergio Rizzo alla libreria Feltrinelli nella Galleria Alberto Sordi. Un dibattito non privo di luoghi comuni (sulla Ue) e anche di qualche fake news (sui risparmiatori truffati) utilizzati per smontare quelli che si ritenevano luoghi comuni e fake news. In tutti gli interventi però faceva capolino sempre l'incubo comune, che è appunto Salvini, il “truce”, come lo ha ribattezzato Ferrara. Ma alla fine è stato Monti a reagire a quella cantilena che andava avanti da un paio di ore in cui tutti si dicevano le stesse cose per riconfermarsi e si lamentavano di dove va il mondo. E il professore ha gettato sull'uditorio la sua bomba atomica. Sostenendo che per quanto possa essere lo scenario meno probabile, può accadere non solo che Salvini vinca le elezioni in Italia, ma che i Salvini- e cioè i sovranisti- le vincano pure in Europa. Allora, ha profetizzando l'ex premier, “effettivamente cambieranno le politiche europee e potrà aggregarsi l'unico obiettivo comune dei paesi sovranisti, che è ridurre di molto i poteri e il ruolo della Unione europea. Questo è lo scenario uno, che considero il più sfavorevole per tutti. Perché supponendo che vadano alla grande ci sarà prima questa riduzione del ruolo della Unione europea e poi quando questo ruolo sarà stato eliminato, distrutto e raso al suolo, tornerà la guerra in Europa”. Nessuno ha battuto ciglio, tutti quindi convinti che potremmo essere alle porte del terzo conflitto mondiale. “Tutte le bandiere nazionali”, ha affondato il colpo Monti, “una volta che saranno state issate per guidare una crociata anti Bruxelles, anti Unione europea, che scopo avranno? Quello che hanno avuto in centinaia di anni e in millenni di storia: rivolgersi l'una contro l'altra. Questo in Europa è facilissimo, e gli odi che stanno rinascendo qui fra paesi sono effettivamente un humus molto favorevole. Questo scenario lo considero disastroso. Non va escluso dalle ipotesi, bisogna esserne consapevoli”. La catastrofe però – questa è la versione ottimistica del professore- potrebbe non riguardare tutti, ma solo gli italiani, ed essere apparentemente meno sanguinolenta. “Se invece”, ha proseguito Monti, “sarà soprattutto in Italia che i sovranisti avranno quel successo alle europee, allora non ci sarà questo scenario gradualmente catastrofico in Europa. Però l'Italia sarà emarginata e depotenziata più di oggi. Perché in quel caso avremo molti deputati italiani a Strasburgo provenienti dalle fila di 5 stelle e Lega quindi sovranisti ma componenti di un sovranismo minoritario nel parlamento europeo. Certamente non sarà sovranista né il presidente della commissione europea né quello della Bce. E quindi l'Italia che in questo anno non ha accumulato titoli di crediti o uno charme particolare scoprirà che urla, che grida e che cerca di picchiare i pugni, Ma che -come in certi sogni brutti immaginiamo di urlare- la voce non è uscita. Quindi c'è il rischio che l'Italia abbia una spirale di una ulteriore frustrazione nei confronti della Ue, che alimenterà ancora di più la nostra emarginazione”.

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