trattativa aperta

Chi dice no al Conte-bis

Massimiliano Lenzi

Dall’altare al silenzio. Dopo il giorno da leone, era il 20 agosto, in cui le ha cantate a Matteo Salvini, toccando l’apice dei consensi tra gli anti-salviniani, l’ex premier Giuseppe Conte si trova adesso ad essere un bis-Conte dimezzato. Per Matteo Renzi avrebbe potuto anche tentare il bis da premier nel caso di una alleanza M5S-Pd, ma Nicola Zingaretti, tra un paletto e l’altro da piantare sulla trattativa politica, ci ha messo pure il no a Conte. Oggi c’è chi lo vede come possibile leader dei 5 Stelle, in caso di elezioni anticipate, chi lo immagina commissario in Europa, chi tornare alla propria vita prepolitica. In lui, quel che è certo, si è però consumato il principe dei contrappassi: nel momento in cui ha sfoderato durezza da Premier, il giorno del discorso in Senato, ha cessato di esserlo. Da lì, subito dopo, son cominciati gli esercizi sul Toto-Conte: che farà, che non farà. Bis, ma no. Niente bis. Ha scritto Italo Calvino nel suo romanzo, “Il visconte dimezzato”: “E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine‚ perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani”. Ma la politica, si sa, non è arte da romanzi. Preferisce di gran lunga la boxe!