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Doppietta di Higuain stende il Cagliari e riporta la Juve a +7

Higuain

Silvia Sfregola
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Prendendo in prestito il titolo della canzone che ha vinto il Festival di Sanremo, l'Argentinali's karma ha consentito alla Juventus di mettere in piedi il quinto successo di fila, ovvero un altro passo importante verso il sesto scudetto consecutivo. E' stato infatti Gonzalo Higuain a scrivere l'epitaffio della sfida contro il Cagliari e a consegnare agli annali l'ennesima doppietta della carriera: due reti belle e lucide, che gli consentono di agganciare Edin Dzeko in vetta alla graduatoria dei cannonieri e di spingere la sua squadra oltre qualsiasi paura. Con sette punti di margine sulla Roma, ci si può anche concentrare solo/prevalentemente sulla Champions League, perché il Porto è in effetti dietro l'angolo. Comunque, fino al primo gol di Higuain, il diciassettesimo in campionato, uno scavetto dolcissimo su assist in verticale di Marchisio, la Juventus aveva fatto poco e quel poco abbastanza male. Trentasette minuti di quasi nulla, incapace di prendere le misure al Cagliari, particolarmente aggressivo, ben sistemato in campo, aiutato da folate di vento a tratti ingovernabili. Del resto, non tutti tra i campioni d'Italia sembravano in serata di massima ispirazione, da Alex Sandro a Dybala, da Mandzukic a Khedira, preferito inizialmente a Pjanic, lasciato in panchina. Poi è arrivata la prodezza del Pipita e gli equilibri si sono alterati, anche perché la formazione di Rastelli ha dovuto scoprirsi per provare a pareggiare e i campioni d'Italia hanno avuto a disposizione più spazi per agire. Non a caso, dopo un minuto e qualche spicciolo della ripresa è giunto il raddoppio, in contropiede, sempre griffato Higuain, stavolta assistito da Dybala. Inevitabile. Alcune considerazioni tattiche, ad ogni modo, non saranno sfuggite ad Allegri. Ad esempio, come per lunghi tratti la juventus abbia sfruttato solo la catena di destra (Lichtsteiner-Cuadrado) e non quella di sinistra (Alex Sandro-Manduzkic), oppure come la coppia di mediani piazzata davanti alla difesa non sia stata all'altezza delle aspettative e dei ritmi agonistici indispensabili per rifornire chi sta davanti. Non è un riscontro banale che Higuain, un cecchino implacabile, prima di sbattere la palla alle spalle di Rafael non abbia mai tirato in porta. Anzi, non l'abbia proprio strusciata, prigioniero non tanto della difesa sarda quanto piuttosto della leggerezza delle manovre offensive bianconere. Il centravanti argentino deve essere innescato, altrimenti la sua arte viene inevitabilmente messa da parte. Va detto che se, gol a parte, il Cagliari per un tempo ha rischiato niente, Buffon è stato a guardare, là dove né Borriello né Sau si sono mai avvicinati al portierone juventino. Il precoce infortunio (muscolare) di Chiellini, al posto del quale è stato inserito Rugani, non ha tolto affidabilità alla retroguardia meno battuta del torneo, a testimonianza che la famosa BBC sta cambiando pelle ma non connotati. Poter giocare tutto il secondo tempo con un vantaggio doppio e senza più il pressing avversario a dare fastidio, con il bonus dell'uomo in più (causa il doppio giallo di Barella), hanno reso il compito della juventus meno delicata. Il paradosso è che, in pieno possesso del match, Buffon ha dovuto compiere il suo primo e unico intervento, una paratona su tiro dalla distanza di Pisacane. Poi ci sono state la traversa di Mandzukic e il miracolo di Rafael su Dybala. Ma erano ormai partiti i titoli di coda...

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