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Un enfant prodige da record

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All'esternosarà sembrata noiosa ma io ho sentito molta pressione». Sarà, ma Vettel, negli ultimi giri, ha staccato una serie di tempi veloci per legittimare il suo sesto sigillo su otto gare. Sedici vittorie nel palmarès tante quante Stirling Moss. Dopo il Belgio farà vacanze tranquille, ha preso il largo e nessuno lo raggiungerà. Neppure chi ha il suo stesso volante, Webber: «Ho fatto forse la mia miglior prestazione. Speravo di arrivare secondo. Ero soddisfatto dopo gli stint con le gomme morbide, ma ho sbagliato l'ultimo pit stop. Non sapevo la resa delle gomme medie, ho corso il rischio di entrare prima e invece ho perso la posizione. E' stata colpita mia». La Red Bull consolida il primato in classifica costruttori: 295 punti a fronte dei 209 della prima inseguitrice, la McLaren, quella strana squadra che non spicca mai il volo, da aquila a gallina anche nella città dell'architetto Calatrava, suo il ponte del circuito. Il bottino è magro tanto che Hamilton (problemi anche di sovrasterzo) e Button intonano un coro degno di una tragedia greca: «Non siamo veloci abbastanza, va tutto male. Servono aggiornamenti massicci. Le Ferrari sono avanti e le Red Bull lontane mille miglia». Bocciatura in generale per i motori Mercedes con Schumacher che, incredibile ma vero, si assume le responsabilità del contatto con Petrov. Fine settimana sotto le aspettative per la Renault che ha perso la brillantezza di inizio anno e sugli scudi invece Alguersari a punti con la Toro Rosso per la seconda volta consecutiva: «Ritmo e strategia perfetti». La vittoria ha un solo padrone, per gli altri polvere di stelle. G.O.

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