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dall'inviato Luigi Salomone ...

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Il tecnico ci crede anche perché con gli spagnoli abbiamo la tradizione favorevole a sorreggere le nostre convinzioni per riuscire a colorare d'azzurro il cielo di Vienna. Donadoni pensa a una partenza veloce e intensa per togliere subito l'iniziativa agli spagnoli abili a dettare il ritmo del gioco. L'Italia deve rubare il tempo e togliere serenità ai palleggiatori avversari. Chiamiamole pure ripartenze sta di fatto che bisognerà strappare il pallone ai loro centrocampisti e andare subito velocemente verso la porta di Casillas per cogliere la loro difesa impreparata. Da sfruttare anche il gioco aereo: i due centrali spagnoli Marchena (1,83) e Puyol (1,78) sono molto più bassi rispetto a Toni (1,93). Infine altro obiettivo della partita degli azzurri dovrà essere quello di isolare i rifornimenti per Torres e Villa, autori di cinque degli otto gol segnati finora dagli spagnoli. Quindi, aggressività e tattica perfetta per volare in seminale copiando la prestazione della Germania che davanti al favorito Portogallo, ha aspettato l'avversario e lo ha colpito con armi a noi congeniali. «Ai tifosi dico di credere in quello che abbiamo fatto» attacca Donadoni che poi mischia le carte sulla formazione: «Cassano? Decido nell'allenamento di rifinitura. Toni? Spero si sblocchi. Aquilani? Il ragazzo cresce molto bene. Di Natale? Con lui ho un feeling particolare, ci sarà ancora bisogno di lui. Camoranesi e Perrotta sono a posto». Tutto qui, piuttosto il cittì parla dell'avversario: «Rispetto alla Francia troveremo di fronte una squadra meno fisica ma più veloce. Vengono da tre vittorie, il calcio spagnolo vince molto a livello di club, poco con la nazionale e anche per questo motivo avranno molta fame. Noi dovremo essere bravi a contrastarli e a imporre il nostro gioco. La sfida del '94? Ero in campo ma sono ricordi lontani per una partita che vincemmo 2-1 e che poteva finire diversamente. L'amichevole di marzo? Quella sconfitta mi servirà per decidere lo schieramento anche se sono passati quattro mesi e la condizione dei miei calciatori è molto diversa». Vive questa vigilia con la solita tranquillità senza farsi prendere dall'ansia per la partita più importante della sua gestione. «Sono tranquillo - chiude Donadoni - cerco di pensare positivo anche per non trasmettere tensioni alla squadra. Mi sono impegnato anima e corpo in questi due anni e spero di poter raccogliere i frutti del nostro lavoro». Arbitrerà il tedesco Fandel, quattro precedenti con l'Italia (tre vittorie e una sconfitta). Poche ore e gli azzurri conosceranno il loro destino ma arrivati a questo punto sarebbe triste smettere di sognare il bis europeo dopo 40 anni di astinenza. Ad aspettarli, eventualmente la giovane Russia di Hiddink.

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