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Naike Rivelli difende la mamma Ornella Muti: "Non spaccia cannabis, solo informazioni“

Carmen Guadalaxara
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«Mia madre Ornella Muti ha fondato un'associazione culturale che si chiama - Ornella Muti Hemp Club, che non vende nulla ma che distribuisce informazioni ai suoi soci su come muoversi nell'ambito medico della cannabis legale in Italia. Volevo chiarire le false informazioni che sono circolate in questi giorni su alcuni media - spiega Naike Rivelli, figlia dell'attrice -. Le persone vengono poi indirizzate al Cannabis Medical Center di Milano, centro medico, dove ci sono dei dottori autorizzati a prescrivere la cannabis medica che viene poi rilasciata dalle farmacie autorizzate, che sono molte in Italia. Nel nostro Paese, oggi, non abbiamo nemmeno un vero centro per le cure alternative per le varie patologie, non solo quelle terminali, e il fatto che sia poco sostenuto questo tipo di terapia è allucinante. Vogliamo spingere molto sul lato medico. Noi, con l'associazione siamo un veicolo e non un spaccio». Al telefono la voce di Naike è uguale a quella di sua madre, Ornella Muti, che sarà co-conduttrice della prima serata del Festival di Sanremo, con Amadeus. «Mamma porterà una ventata di novità a questo Festival. Un'icona, una seduttrice. Gli occhi più belli d'Italia. Tutti sono stati innamorati di questa donna che coniuga dalla bellezza all'eleganza. Il nome d'arte di Francesca Romana Rivelli, Ornella Muti, tra gli anni '70 e '80 significava una sola cosa: femminilità. Un marchio d'italianità in giro per il mondo. Mamma e figlia, una ragazzina che dà alla luce una bambina. E le due crescono insieme, più amiche che "madre e figlia". Quando aveva solo 19 anni, la Muti è rimasta incinta di Naike, la sua primogenita. E ora che le due donne sono più che adulte, il loro rapporto sembra davvero un'amicizia spensierata e allegra tra due donne di età diverse, ma con molti punti in comune. L'approdo alla serenità nel loro rapporto è stato un percorso complicato. «Ci siamo arrampicate sull'Everest e siamo tornate giù. Poi abbiamo capito che eravamo una il riflesso dell'altra e ci siamo amate».

 

 

Cosa le piace di mamma Ornella?
«Tutto. E' una donna umile, fragile ma allo stesso tempo forte. Ho vissuto con lei una vita molto intensa e tante esperienze vere. Oggi, la seguo nel suo lavoro. Mi piace interagire con il suo pubblico, quello del teatro, quello vero. Destinazioni diverse, ambienti diversi. E' il nostro Pechino Express vero non costruito, in giro per l'Italia. Sono grata e innamorata di quello che ho e quello che sono, oggi, è grazie a Ornella».

Quale è stato lo scontro più grande che ha avuto con sua madre?
«Sui nostri amori. Oltre a creare danni a noi stesse ci hanno fatto perdere il concetto di famiglia. Il compagno, le compagne non devono rompere l'equilibrio che c'è nella famiglia. E se succede è perché il rapporto è fallato. Nessuna persona esterna deve entrare e creare scompiglio».

Le è mai pesato essere figlia di Ornella Muti?
«Io questa sono e questa è la mia realtà. Come per tutti, la vita ha degli alti e bassi, unica differenza con quella degli artisti è che è esposta ai quattro venti. Grazie a mamma ho avuto una vita incredibile. Ho visto posti magnifici, frequentato le scuole migliori, conosciuto gente interessante. Io e lei siamo diventate grandi insieme. Io potrei morire oggi ma sento di aver vissuto, 100 vite. Da quando sono nata ho viaggiato in tutto il mondo. I film si facevano con mesi e mesi di lavorazione. Si girava con un camper, si viveva alla giornata. Mamma è stata una viandante. Eravamo famiglie intere a seguito della produzione. Ma per noi era una favola, perché ovunque si andava lei ci faceva visitare tutto».

 

 

Naike ha vissuto, un altro modo di fare cinema...
«Oggi è il cinema è cambiato. Una volta l'attore faceva l'attore. Oggi va in giro con quattro guardie del corpo e non ti guarda in faccia. Mi ricordo l'inaugurazione di Eurodisney a Parigi nel 1992. Ci siamo andate per 15 anni di seguito. C'erano facce da "culo" e invitati con la puzza sotto al naso che non sapevano neanche dove fossero. Mamma, ogni anno successivo, sembrava una bambina nel mondo dei balocchi. Sempre entusiasta della vita».

C'è nella filmografia di Ornella, una pellicola che l'ha più colpita?
«"Cronaca di una morte annunciata" di Francesco Rosi con Anthony Delon, Gian Maria Volonté, Irene Papas, Lucia Bosé, e Rupert Everett. Avevo 9 anni. Il film è stato girato tra Cartagena e Mompos in Colombia. Abbiamo vissuto li. Mamma, nella parte di Angela Vicario, l'hanno invecchiata tantissimo. Ricordo le lacrime versate nel vederla. La verità è che noi figli non vogliamo vedere i nostri genitori invecchiare. Vogliamo che vivano per sempre. Da quel giorno, ogni giorno stavo sul set».

Ornella Muti, icona di bellezza e di stile. Il suo look al Festival come sarà?
«Due look pazzeschi con due stilisti. Mamma ha collaborato una vita con maison che oggi le aprono i privè delle collezioni. Questi ragazzi disegnano. Il fatto che hanno preso la matita per mia madre vuol dire fare arte. Io non sono per look del consumismo del privè. Mamma avrà abiti unici. Il Festival di Sanremo lo guardava con suo padre e sua madre che oggi non ci sono più. Vorrei vedere mamma scendere dalle scale dell'Ariston come un angelo felice fortunato e beato».

 

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