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Caso nomine, Raggi archiviata "a metà". Tra 4 mesi la verità sul sindaco

Il sindaco di Roma Virginia Raggi

Andrea Ossino
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“L'inconsistenza degli addebiti impone l'archiviazione del procedimento per infondatezza della natura di reato”. Sono parole chiare quelle che il gip della Capitale, Annalisa Marzano , mette nero su bianco nel decreto di archiviazione nei confronti del Sindaco di Roma. La Raggi, accusata di abuso d'ufficio, secondo l'ipotesi iniziale avrebbe causato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Salvatore Romeo, per la nomina di quest'ultimo a capo della sua segreteria. Romeo infatti era passato da una retribuzione di 39 mila euro annui, nel ruolo di funzionario del dipartimento Partecipate, a un compenso di circa 120 mila euro, poi decurtato a 93 mila per l'intervento dell'Anac. E sullo sfondo della vicenda c'erano anche le polizze assicurative che Romeo avrebbe stipulato. Contratti che vedevano la Raggi beneficiaria dell'eventuale premio in caso di morte. Secondo il tribunale di Roma tuttavia l'indagata «si è mossa lungo il solco già tracciato dai precedenti orientamenti dell'amministrazione capitolina: è ricorsa alla collocazione in aspettativa del dipendente comunale instaurando un nuovo contratto di lavoro subordinato a tempo determinato e di 'collaborazione' con una retribuzione parametrata a quella dirigenziale, nel genuino convincimento di non violare alcun dettato normativo». Il sindaco infatti aveva già acquisito diversi pareri favorevoli dall'Anac. E sulle polizze il gip chiosa: “Francamente – si legge nel decreto di archiviazione – appare piuttosto stravagante e comunque probatoriamente inconsistente conferire valenza illecita alle tre polizze assicurative che indicavano Virginia Raggi quale beneficiaria soltanto caso di morte di Salvatore Romeo”. Insomma la Raggi è stata archiviata. I suoi guai giudiziari tuttavia non sono terminati. La vera partita inizierà tra qualche mese, quando inizierà il procedimento per falso in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele.

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