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Finisce a Milano la fuga di don Ruggero Conti condannato per pedofilia ed evaso in taxi dalla clinica

Silvia Mancinelli e Mary Tagliazucchi
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E' finita a Milano la fuga del prete condannato per pedofilia. Don Ruggero Conti, 63 anni, evaso martedì scorso da una casa di cura di Genzano, dove l'ex parroco di Selva Candida, si trovava ai domiciliari per scontare l'accusa di violenze sessuali su minori. L'uomo era riuscito a scappare dall'attenta sorveglianza degli operatori della struttura e si era allontanato a bordo di un taxi chiamato poco distante dalla clinica. La ricerca serrata dei Carabinieri in cooperazione con le altre forze dell'ordine, ha portato i suoi frutti. Don Ruggero Conti, condannato in appello per pedofilia nel maggio del 2013, stava scontando una pena di 14 anni e 2 mesi. Il parroco infatti oltre a proferire messa nella chiesa della Natività di Maria Santissima, nella zona di Selva Candida, abusava ripetutamente negli anni, di sette ragazzini che gli erano stati affidati sia nell'oratorio della chiesa che durante alcuni campi estivi. All'inizio il prete si difese dalle accuse, aiutato anche da gruppi di parrocchiani che in Tribunale lo sostenevano anche attraverso slogan benevoli. Ma questo non gli fece scampare la condanna per episodi di violenza sessuali contestatigli. I terribili fatti a scapito di piccole e ignare vittime cominciarono a partire dal 1998 fino al 2008. Solo il 29  giugno dello stesso anno,  il parroco venne arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci.  Per “attirare” le sue vittime usava l'escamotage di regali costosi e desiderati dai ragazzini, doni che le loro famiglie non potevano permettersi e quindi risultavano ancora più appetibili. La Capitale non è certo nuova ad episodi del genere, è infatti del 3 maggio dell'anno scorso, la notizia dell'arresto da parte della Squadra Mobile di Roma, di un prete 45nne che avrebbe abusato di una bimba di 10 anni durante una festa parrocchiale. Il sacerdote che era già stato in carcere 7 anni  per violenza sessuale e corruzione di minorenne, uscito di prigione ha reiterato gli abusi. Anche l'uomo soggiogava i minori psicologicamente scegliendo quelli più fragili e timidi, in modo di costringerli a subire violenza e poi mantenere il segreto a riparo dei genitori che l'avrebbero ovviamente denunciato. 

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