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Paura al Tiburtino III, immigrato eritreo picchiato in strada

Non si esclude il raid punitivo: gli aggressori italiani in fuga a bordo di un'auto bianca. I residenti in rivolta contro il centro d'accoglienza

Silvia Mancinelli
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Ancora un'aggressione al Tiburtino III, a distanza di venti giorni dalla prima scoppiata tra residenti del quartiere e immigrati del centro di accoglienza di via del Frantoio dopo una sassaiola contro un gruppo di bambini in strada. Mercoledì sera, in via Grotta di Gregna, un eritreo di 31 anni è stato ferito con un pugno al volto e trasportato in ambulanza al Sandro Pertini per la frattura di uno zigomo. L'uomo, ricoverato in osservazione, ha raccontato ai poliziotti che ora indagano di esser stato picchiato da alcuni uomini di zona che lo avrebbero avvicinato a bordo di una macchina bianca prima chiamandolo in modo dispregiativo "negro" per poi provare a caricarlo sul sedile posteriore. Lo straniero, ospite dello stesso centro di immigrazione del quale i residenti hanno recentemente chiesto la chiusura, è riuscito a divincolarsi dopo il pugno e a fuggire in cerca di soccorsi. La sua testimonianza è ora al vaglio degli agenti, insieme ai filmati delle telecamere di videosorveglianza in zona. "Quest'episodio ci lascia sconcertati" - dichiara Debora Diodati, presidente della Croce Rossa di Roma che sta seguendo il caso con gli operatori di Croce Rossa che stanno assistendo il ragazzo in queste ore. "Va fatta luce e chiarezza su questa vicenda. Siamo se capisco bene di fronte a un caso di violenza gratuita verso una persona inerme. Chi alimenta tensioni faccia un passo indietro".

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