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"Manager Asl né bocciata né ripescata"

Katia Perrini
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Riceviamo e pubblichiamo: "Con riferimento a quanto pubblicato in data 5/8/2017 sul quotidiano "il Tempo" - sezione Sanità, pag. 17, dal titolo "manager ASL bocciata e ripescata" si rileva che la notizia così come pubblicata sul quotidiano è del tutto infondata e gravemente lesiva dell' immagine personale e professionale della scrivente Simona Amato. In particolare, nell'articolo si afferma che; 1. "Simona Amato nuovo direttore sanitario ASL Rrn 5, la più grande della provincia ma a giugno dello scorso anno venne considerata non idonea dalla Regione" 2. "dall'esclusione per non idoneità a nuovo direttore sanitario dell'Asl Roma 5 nel giro di un anno. Un ripescaggio con doppio salto quello di Simona Amato che, nel giugno 2016, venne infatti bocciata dalla giunta regionale" Come si evince, da quanto segue, si tratta di affermazioni false e infondate, dalle quali derivano accuse diffamatorie. Infatti: 1) La Regione Lazio non ha un albo di Direttori Sanitari; 2) Simona Amato, direttore sanitario ASL RM5, a giugno 2016, a seguito della D.G.R. n 647 del 25 novembre 2015 presentava nel dicembre dello stesso la propria candidatura all'elenco degli idonei alla nomina a Direttore Generale delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale e degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di diritto pubblico. I requisiti di partecipazione alla candidatura di cui sopra sono previsti dall'art. 3 bis comma 3 d.lgvo 502/92 e sono relativi alla "esperienza dirigenziale almeno quinquennale, nel campo delle strutture sanitarie o settennale negli altri settori, con autonomia gestionale e con diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie, nonché di eventuali ulteriori requisiti stabiliti dalla Regione '1. "Gli eventuali ulteriori requisiti stabiliti dalla Regione" sono stati identificati dalla Commissione di Esperti istituita con Decreto del Presidente della Regione n. T00021 del 26 febbraio 2016, pubblicato dopo la scadenza del bando. Come evidenziato nella DGR 361/2016 - nel caso di specie - la commissione di esperti ha considerato in modo proprio le esperienze professionali sia in relazione alla loro durata, sia in relazione alle caratteristiche dimensionali delle strutture delle Aziende sanitarie regionali ove i candidati avevano espletato le loro funzioni, sia al percorso fonnativo del candidato, con relativa attribuzione di punteggio e fissazione di un minimo valore necessario all'accesso all'Albo dei Direttori generali pari a 12. Da qui il giudizio di inidoneità della dr.ssa Amato alla iscrizione all'Albo dei Direttori generali della regione Lazio. 3) Deve quindi rilevarsi che invece i requisiti richiesti per il Direttore Sanitario sono previsti per la Regione Lazio dall'art 10 L. R. 9/2004 ,riprendendo l'art 3 del Decreto Legislativo 502/92, e sono limitati alla "esperienza almeno quinquennale di direzione tecnico-sanitaria in enti, aziende o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione". Di conseguenza, è evidente che l'esclusione dall'elenco dei direttori generali (per il mancato raggiungimento del quoziente 12 a seguito della parametrazione relativa alle dimensioni della struttura dove il candidato ha espletato le sue funzioni dirigenziali per almeno un quinquennio) non consente l'automatica deduzione della mancanza del possesso del requisito (minimo) della esperienza dirigenziale quinquennale, unico requisito richiesto, assieme all'età, per la nomina del direttore sanitario. È, inoltre, altrettanto evidente che il concetto del "ripescaggio" è assolutamente avulso dalla vicenda della scrivente, come di qualsiasi altro direttore sanitario che sia stato ritenuto escluso dall'elenco dei direttori generali, trattandosi di due carriere distinte con requisiti differenti. Difatti, diversamente da quanto previsto per il Direttore generale, il direttore sanitario, nella Regione Lazio, non deve essere individuato tra gli iscritti ad un albo od elenco e, di conseguenza, è inconferente e offensivo il doppio riferimento fatto nell'articolo sopra citato - dapprima nel titolo ("manager ASL bocciata e ripescata") e, poi, nel testo dello stesso ("Un ripescaggio con doppio salto quello di Simona Amato che, nel giugno 2016, venne infatti bocciata dalla giunta regionale"). Sembra appena il caso di soggiungere che alle conclusioni sopra evidenziate, chiunque sarebbe potuto giungere mediante una elementare consultazione della vigente normativa del settore e del curriculum vitae della dott.ssa Amato, pubblicato on line sul sito dell'Azienda. Dal curriculum si evince inequivocabilmente che la dr.ssa Amato ha ricoperto l'incarico quinquennale di Direttore di Struttura complessa presso il Policlinico San Matteo IRCCS di Pavia nel periodo marzo 2008 - marzo 2013, e successivamente ha accettato l'incarico settennale di direzione di struttura complessa presso la ASL ROMA B e, in seguito all'accorpamento di quest'ultima, ha ricevuto l'incarico quinquennale di struttura complessa presso la ASL ROMA 2 dal quale oggi è in aspettativa senza assegni a seguito della nomina a direttore sanitario. Oltretutto la lettura del curriculum avrebbe anche dimostrato il possedimento all'atto dell'accettazione dell'incarico di direttore sanitario aziendale da parte della dr.ssa Amato del certificato di fonnazione manageriale, requisito richiesto dalla normativa vigente ma acquisibile entro 18 mesi dalla nomina".  "Si prende atto del chiarimento in merito alla nomina del direttore sanitario dell'Asl Roma 5. Ma, per completezza d'informazione, è giusto ricordare che, proprio alla direzione generale dell'azienda sanitaria, era stata chiesta una delucidazione in merito, con ben 2 messaggi di posta elettronica certificata, inviati in data 18 luglio e 3 agosto, ma lasciati senza alcuna risposta". Antonio Sbraga

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