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I nomadi ci costano duecento milioni

Spese folli negli ultimi 12 anni per luce, acqua, gas, scuolabus e bonifiche. Abbiamo contato 115 baraccopoli. E il programma di chiusura dei campi era un bluff

Francesca Mariani
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La giunta Raggi aveva promesso un programma per la chiusura dei campi nomadi. Sarebbe dovuto essere già pronto. Sembrava che la soluzione fosse davvero a portata di mano. Ma era un bluff. Di chiudere i campi rom non se ne parla proprio. Questi insediamenti continuano a costituire delle vere e proprie bombe ad orologeria nella Capitale, senza contare le baraccopoli (ne abbiamo contate 115) e gli alloggi di fortuna che nascono di continuo nelle periferie ma anche in centro, soprattutto lungo il corso del Tevere. Intanto, i romani continuano a spendere una fortuna per mantenere i nomadi (a Roma sono circa ottomila). Se prendiamo in considerazione gli ultimi 12 anni, la Capitale ha già sborsato circa 200 milioni. Costi folli per pagare luce, gas, acqua e bonifiche. Qualche esempio di questo spreco infinito? Occorre fare riferimento al rapporto "Campi Nomadi Spa" dell'Associazione 21 Luglio che prendeva in esame la situazione nel 2013, quando il Campidoglio spese 24 milioni di euro, fra costi di- retti e indiretti. Una cifra che non pare essere cambiata negli anni seguenti. Nelle casse delle cooperative, che opera- no nei villaggi della solidarietà, nei campi "tollerati" e nelle tre strutture di "accoglienza temporanea", sono finiti 14,4 milioni di euro. In mezzo, progetti di integrazione sociale, lavorativa e scolastica fallimentari, che nel tempo hanno prosciugato le casse del Dipartimento Servizi Sociali e hanno dilapidato i 31,5 milioni... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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