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La Raggi si arrende: fuori Romeo, Frongia non è più vicesindaco

Da sinistra Daniele Frongia con la sindaca Virginia Raggi

Il fedelissimo della sindaca rimette le deleghe ma resta assessore allo Sport. Grillo sul blog: "Adesso avanti con la Raggi, ha riconosciuto gli errori"

Silvia Sfregola
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L'arresto di Raffaele Marra si trasforma in uno tsunami per la giunta Raggi. Davide Casaleggio e Beppe Grillo erano già pronti a prendere le distanze dalla sindaca, sospendendo o pretendendo l'autosospensione del primo cittadino di Roma con un post già pronto e solo da pubblicare sul blog pentastellato. Poi lo stop e la decisione di attendere se e quali ricadute sulla persona della prima cittadina possa avere l'inchiesta che ha portato in manette il suo fedelissimo Così, unico modo per salvarsi dopo il pressing sulla giunta, la rinuncia di Virginia al "Raggio magico". La resa arriva dopo cinque ore di vertice pomeridiano al termine del quale salta la testa di Salvatore Romeo e viene ridimensionato anche Daniele Frongia. Per spiegare le decisioni Raggi si affida a una nota dopo aver lasciato l'incontro in auto senza rilasciare dichiarazioni. Contemporaneamente arriva anche la benedizione del capo politico pentastellato Beppe Grillo, che in mattinata all'alba aveva lasciato la Capitale per Genova dopo una riunione fiume con alcuni rappresentanti di spicco del M5s come Roberto Fico e le romane Roberta Lombardi e Paola Taverna alle quali le scuse di Raggi non erano bastate. "Roma va avanti con Virginia Raggi sindaco del MoVimento 5 Stelle", dice Grillo a chiare lettere sul blog. "Sono stati fatti degli errori che Virginia ha riconosciuto: si è fidata delle persone più sbagliate del mondo. Da oggi si cambia marcia. Bisogna riparare agli errori fatti per fugare ogni dubbio. L'attività fatta da persone che si sono dimostrate inaffidabili sarà attentamente vagliata e opportunamente annullata o riesaminata da cima a fondo" assicura. Delle due strade che il MoVimento aveva davanti, lasciare la Raggi al suo destino togliendole il simbolo o difenderla fino alla fine optando per una strategia d'attacco, i vertici nazionali scelgono la seconda chiamando il popolo grillino a fare quadrato. "Combatteremo con le unghie e con i denti perché Roma cambi, ma in un ambiente così corrotto e marcio dobbiamo aspettarci di tutto - dichiara infatti ancora Grillo - A breve definiremo un codice etico che regola il comportamento degli eletti del MoVimento 5 Stelle in caso di procedimenti giudiziari. Ci stanno combattendo con tutte le armi comprese le denunce facili che comunque comportano atti dovuti come l'iscrizione nel registro degli indagati o gli avvisi di garanzia. Nessuno pensi di poterci fermare così. Mettiamo la barra a dritta e avanti tutta" la sua conclusione.

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