Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

"Non alziamo i manganelli contro la gente perbene"

cassia profughi

I poliziotti non vogliono che si ripetano scontri coi cittadini "Costretti invece a stare fermi con gli ultrà e i black bloc" LEGGI ANCHE L'ipocrisia del partito anti-polizia

  • a
  • a
  • a

I poliziotti non ci stanno a passare come quelli che picchiano i cittadini italiani che protestano legittimamente per l'invasione degli immigrati. E lo fanno tramite il sindacato Coisp che denuncia quanto sia «assurdo che ci venga chiesto di alzare i manganelli contro gente perbene che si sente abbandonata dalle istituzioni e che tenta di difendere la propria casa». Il riferimento è agli scontri di Casale San Nicola, periferia nord della Capitale, dove gli agenti hanno dovuto fronteggiare residenti e attivisti di CasaPound che cercavano di impedire l'arrivo di un pullman con 19 profughi nell'ex scuola Socrate. Per il Coisp la colpa è della politica. Il segretario generale del sindacato indipendente di polizia, Franco Maccari, lancia l'allarme: «Da Roma a Treviso, da Terni a Lucca a Verona, in ogni città d'Italia sta esplodendo un'emergenza sociale legata all'accoglienza di migliaia di immigrati che la politica sta scaricando esclusivamente sulle forze dell'ordine che continuano a registrare feriti su feriti (14 tre giorni fa a Casale San Nicola, ndr). Mentre monta il malcontento della cittadinanza, la politica e le istituzioni preposte continuano a gestire l'enorme flusso di immigrati con incredibile superficialità, riducendolo ad un semplice problema di ordine pubblico, e così esasperando da un lato gli stessi immigrati, lasciati allo sbando e senza alcun reale sostegno, dall'altro gli abitanti delle città destinate ad ospitarli, giustamente preoccupati per la propria sicurezza - aggiunge Maccari - Nel mezzo ci siamo noi, i poliziotti, a prendere le botte dall'una e dall'altra parte, e spesso costretti ad interventi di ordine pubblico di cui non possiamo che vergognarci». I poliziotti non accettano di dover essere continuamente criticati quando intervengono con la forza contro chi distrugge le città ed essere invece elogiati quando si trovano di fronte le proteste dei cittadini esasperati da come viene gestita l'emergenza immigrazione. «Non vogliamo indossare la divisa per essere forti con i deboli - aggiunge Maccari - mentre in altre occasioni siamo costretti a stare fermi mentre hooligans e teppisti distruggono le città. Non indossiamo la divisa per essere aggrediti e feriti da immigrati, alcuni dei quali comprensibilmente esasperati, perché anziché trovare un'accoglienza dignitosa, vengono trattati come bestie da chi usa l'emergenza immigrazione soltanto per fare soldi. La politica e le istituzioni affrontino il problema con serietà e competenza, e non con l'improvvisazione che li sta contraddistinguendo, mentre mandano le forze dell'ordine a prendere le botte ed a fare sfogare la rabbia di cittadini e immigrati». È grande il disagio dei poliziotti che non vogliono più trovarsi in situazioni come quella che si è creata alla periferia nord di Roma. Un agente, che mantiene l'anonimato, si schiera dalla parte dei residenti: «Mi vergogno per quello che i miei colleghi hanno fatto a Casale San Nicola. Se fossi stato lì avrei abbandonato la divisa e mi sarei unito alla gente: alla nostra gente - scrive il poliziotto al giornale online "voxnews" - Ci siamo schierati contro la nostra gente per fare posto ad un centinaio di clandestini, che poi sono gli stessi che ogni giorno troviamo a spacciare per le strade di Roma!».

Dai blog