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Olimpiadi Roma 2020, Alemanno spera

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Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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La speranza c'è. I soldi dei privati anche. E persino il tanto cercato sostegno bipartisan. Ora manca la firma di Mario Monti alla lettera che candida Roma alle Olimpiadi 2020. E Gianni Alemanno, reduce da una sofferta vittoria contro la neve e le imprevedibili condizioni meteo, sente di farcela. «Sono fiducioso, la sceltà non potrà che essere positiva - dice, prima di infilarsi nella riunione col Comitato promotore in una Roma dove il sole torna a splendere - Monti è una persona intelligente e molto rigorosa, che ha voluto vedere le carte fino in fondo». Più che le carte i numeri. E anche se in serata è arrivata la notizia che, diversamente da quanto da lui stesso annunciato, domani non ci sarà a Palazzo Chigi un incontro con il presidente Monti, il sindaco non si è scoraggiato: «L'importante non è l'incontro ma la risposta. E comunque ci sarà un incontro» ha commentato. Pressing su Monti per il "sì" Oggi, nell'ultimo giorno utile per il sospirato sì alla candidatura, Alemanno ha fornito al Professore numeri che potrebbero essere decisivi: 380 milioni di finanziamenti privati utili per completare il suggestivo progetto del visionario Santiago Calatrava a Tor Vergata, due palasport e un velodromo, l'opera più costosa del sogno olimpico. Ciò ridurrebbe l'apporto statale a 120 milioni, peraltro presi dai fondi per Roma Capitale. E renderebbe la candidatura di Roma un "affare" in attivo. Concetto quanto mai importante in un azienda-paese che lotta per essere in pareggio. Dunque per la candidatura olimpica di Roma «non c'è nessun rischio Grecia: il documento di contabilità economica ci conferma che non c'è perché noi non rischiamo di fare il passo più lungo della gamba, né per l'Italia né per Roma». Ma Alemanno punta anche su un altro fattore, quello politico. «Il nostro ottimismo è aumentato per le mozioni bipartisan - riflette fiducioso - questo dimostra una reale convergenza su Roma e coincide esattamente con la maggioranza di governo». Dunque Pd, Pdl e Terzo Polo a sostegno del progetto olimpico col solo pungolo contrario della Lega. «Sono turbati perché le Olimpiadi sarebbero una grande vittoria per l'unità del Paese e non tanto di Roma», ragiona Alemanno.  E la replica della Lega non tarda, per voce del deputato Davide Cavallotto: «Se Roma dovesse vincere la candidatura per le Olimpiadi del 2020, tutto il mondo potrebbe vedere che la capitale non è in grado di affrontare qualche centimetro di neve e pensare così che anche i sindaci del nord siano incapaci». Al sindaco non resta ora che incrociare le dita. Finita l'emergenza-neve, arrivano 24 ore importanti per il futuro della città, e anche per il primo cittadino. E Alemanno può anche azzardare un cauto ottimismo: dei numeri, almeno di quelli, questa volta ci si può fidare. Decisione al fotofinish, Alemanno: l'incontro ci sarà Il giorno di San Valentino dirà se la storia d'amore tra l'Italia e le Olimpiadi del 2020 può decollare: tutto infatti si decide in poche ore, e comunque prima di mercoledì mattina, quando l'aereo per Losanna deve portare al Cio, con i dirigenti italiani, la lettera d'impegno del Governo per Roma. Ma la vigilia del pronunciamento del premier è stata convulsa, contraddistinta da dichiarazioni di speranze (e di supporto) e dalla freddezza di Palazzo Chigi. «Andiamo domani dal premier per un incontro», annuncia Alemanno. Ma cinque ore dopo la doccia fredda, con fonti della presidenza del Consiglio che smentiscono l'incontro, confermato infine dal primo cittadino, che comunque chiosa: «L'importante è la risposta». Oggi c'è stata in Campidoglio un'ultima riunione tra Alemanno, il presidente del Comitato promotore, Mario Pescante, e il presidente del Coni, Gianni Petrucci, per completare il dossier. La forza della candidatura italiana per le Olimpiadi - è stato sottolineato anche in ambienti del Cio - è la sua sobrietà, che è un indubbio valore dopo che non pochi Paesi hanno pagato caro, e alcuni come la Grecia in modo devastante, le enormi spese fatte per ospitare i Giochi. Il progetto italiano prevede l'impiego di 42 impianti sportivi nella capitale, solo nove dei quali da costruire e che si concentrano proprio nella cittadella di Tor Vergata. La relazione della commissione incaricata di studiare la compatibilità economica dell'iniziativa, inoltre, non lascia dubbi sulla sua convenienza, visto che i vantaggi in termini di crescita di Pil e di livelli occupazionali risulterebbero a costo zero per il Paese. Con queste premesse, aveva detto pochi giorni fa Petrucci, «manca solo la penna per la firma».

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