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Anche una donna copriva i black bloc

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Da anni fa parte dell'antagonismo romano. Tra 7 giorni il Riesame

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Sottola lente d'ingrandimento degli investigatori, centinaia e centinaia di fotografie e di video, dai quali, giorno dopo giorno, stanno emergendo elementi utili alla procura per poter chiedere misure restrittive nei confronti di altri manifestanti violenti. E tra le ultime persone che sono state identificate, il cui nome e cognome si trova già sulla scrivania dei magistrati romani, una donna cinquantenne, che da anni frequenta ambienti antagonisti romani. Il suo ruolo, secondo quanto scritto nero su bianco dagli investigati e inviato a piazzale Clodio, sarebbe stato quello di far parte del gruppo di copertura. Cioè coloro che avevano il compito di evitare che chi doveva distruggere la città potesse essere raggiunto dalle forze dell'ordine, permettendogli così di fuggire appena devastata la Capitale. Si tratta dunque dell'ennesima donna coinvolta negli scontri di dodici giorni fa, quando Roma è stata messa a ferro e fuoco da gruppi scesi in strada soltanto per fare danni a cose e persone, danneggiando così chi, invece, come alcuni indignati, volevano protestare pacificamente contro le iniziative economiche del governo. Intanto il 2 novembre gli undici arrestati si dovranno presentare davanti al Riesame. I legali degli indagati hanno chiesto la revoca o in subordine la modifica dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Elvira Tamburelli. Il Tribunale dovrà pronunciarsi sulle posizioni dei nove rimasti in carcere: Giovanni Caputi, Giuseppe Ciurleo, Alessandro e Giovanni Venuto, Lorenzo Giuliani, Robert Scarlet, Valerio Pascali, Stefano Conigliaro e Ilaria Ciancamerla. E delle due ai domiciliari: Alessia Catarinozzi e Alessandra Orchi. Tutti sono accusati, per ora, di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. In quell'occasione fu arrestata anche una dodicesima persona, Leonardo Serena, poi rimesso in libertà dal gip per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. Nell'inchiesta della procura di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti, sono coinvolti, per tentato omicidio, devastazione e danneggiamento, lo studente universitario Leonardo Vecchiolla, fermato a Chieti, e, per resistenza a pubblico ufficiale, Fabrizio Filippi, detto «er pelliccia», il «biondo» che lancia un estintore contro le forze dell'ordine. Accusa che invece Filippi ha sempre respinto, sostenendo che voleva solo spegnere un incendio. Per ora, quindi, in mano ai magistrati ci sono almeno altri quattro nomi e cognomi di possibili responsabili degli scontri. Materiale che è stato inviato dagli investigatori ai pm e che stanno esaminando per valutare se chiedere o meno al giudice per le indagini preliminari ulteriori misure restrittive. E ieri, intanto, i «Draghi ribelli» hanno manifestato in piazza della Cancelleria e a Campo de' Fiori.

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