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Accampamento rom in classe

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Primavalle Quattro edifici presi in «ostaggio» da extracomunitari e nomadi

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Unasituazione che si trascina da anni, ma che torna d'attualità per merito dei residenti dei quartieri interessati, i quali, com'è immaginabile, mal tollerano le sistemazioni di fortuna dei vicini e gli effetti collaterali connessi. Dopo le segnalazioni alle forze dell'ordine (ne giungono in media tre al giorno), è stata la volta della raccolta firme, iniziativa questa che ha coinvolto 1.400 cittadini dei rioni di Primavalle e Ottavia. Di qui, il censimento del «popolo degli abusivi» e le prime denunce per occupazione illegale, in attesa degli sgomberi che, confermano le forze dell'ordine, dovrebbero avvenire nel giro di pochi mesi. Nel frattempo però, i disagi di vicinato emergono più prepotenti che mai. Quello dell'occupazione abusiva delle scuole, come detto, non è un fenomeno nuovo. Il primo caso, ovvero quello della succursale della media Don Calabria di via Cardinal Domenico Capranica, risale a circa 6 anni fa. A ruota, sono seguiti i plessi di via Montarsiccio, verso Ottavia, di via Federico Borromeo, nel cuore di Primavalle, e di un'altra succursale, sempre a pochi passi da largo Borromeo, proprio nei pressi del Comando della Polizia locale. Dal censimento delle autorità emergono situazioni diverse, si spazia da un minimo di cinquanta inquilini abusivi, per lo più orientali e rom, ad un massimo di 200, ed è il caso quest'ultimo dell'ex Don Calabria. Sporcizia, degrado, delinquenza: in tre parole, così si potrebbero riassumere le principali criticità contro cui i cittadini hanno appunto iniziato la raccolta firme. «A parte l'appropriazione di strutture che sono della comunità - spiega il signor Mauro, anch'egli, come la maggior parte dei residenti di Primavalle, firmatario della petizione - dovreste vedere il degrado. Sporcizia ovunque, fanno i loro bisogni a un passo dal mercato, con le loro bancarelle invadono il centro e creano delinquenza, si tratta del resto di merce rubata, vendono oro e perfino medicinali a prezzi stracciati». Poi c'è il "giallo della posta": «Dicono che è tutto illegale - spiega il gestore di un bar - ma mia moglie, che lavora all'Asl, ha i loro indirizzi e gli fa recapitare la posta. Allora su chi possiamo contare noi residenti, che temiamo ritorsioni anche con le segnalazioni anonime?». Ed è effettivamente sufficiente qualche scatto per rendersi conto che le denunce dei cittadini, visibilmente preoccupati, sono tutt'altro che infondate: il Don Calabria, irriconoscibile se non fosse per i banchi e le lavagne divelti accatastati nell'allora palestra, è ormai terra di nessuno. Gli abusivi hanno addirittura sconfinato nel campo sportivo adiacente la struttura, con buona pace del gestore, che si ritrova così ad ospitare i rom in casa. Pessimo spettacolo anche per gli alunni dell'Istituto per l'Industria e l'Artigianato «De Amicis», questo aperto e perfettamente operativo, a pochi passi dal Don Calabria. Ora, come anticipato dal Commissariato rassicurano sul fatto che gli sgomberi sarebbero imminenti: «Speriamo solo che questa volta siano definitivi», conclude non senza una punta di scetticismo il signor Mario.

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