5 Marzo 2009
Ieri il Consiglio regionale ha dato il via libera al «reddito di cittadinanza». Saranno 20 mila (ma rischiano di diventare più del doppio) i beneficiari. I primi contributi saranno disponibili, in banca o alla posta, in autunno. Si tratta, ha spiegato il presidente Piero Marrazzo, di «uno strumento fondamentale che non ha nulla a che fare con la vecchia logica assistenzialista. Portiamo nella nostra regione un modello di tutela presente in tutti i Paesi europei più avanzati. Lo sforzo - ha aggiunto - è quello di dare risposte diverse a una crisi economica complessa, con un obiettivo preciso: tenere insieme la nostra comunità».
Soddisfatta anche la responsabile regionale del Lavoro, Alessandra Tibaldi: «Con questo provvedimento la giunta Marrazzo raggiunge uno degli obiettivi principali che si era data dall'inizio della legislatura». Il presidente del Consiglio, Guido Milana, non rinuncia alla stoccata: «In attesa che il Parlamento faccia qualcosa, oggi il Consiglio ha approvato una legge che rappresenta lo strumento con cui l'assemblea legislativa del Lazio intende contrastare le difficoltà che da tutto il mondo si abbattono sul nostro Paese e sulla nostra regione». Critica l'opposizione, che definisce il provvedimento «inefficace». Netto il capogruppo di An, Antonio Cicchetti: «Sarebbe stato molto più utile rafforzare i servizi sociali dei Comuni e affrontare la crisi con una griglia di interventi mirati. I finanziamenti a pioggia oltre che inutili sono diseducativi, non possiamo coprire tutto l'arco del bisogno». Insiste il capogruppo dei Socialisti Riformisti, Donato Robilotta: «È una misura demagogica e populista».
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