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Zingaretti scarica la Lorenzin. E candida un militante no vax

Daniele Di Mario
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A parole è a favore dei vaccini e della vaccinazione obbligatoria; nei fatti però candida un esponente convintamente no vax in una lista che lo sostiene, quella dei radicali, e caccia la ministra che la vaccinazione obbligatoria l'ha introdotta per legge. È l'ultima giravolta del presidente uscente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, sostenuto da un aspirante consigliere regionale, Davide Tutino, che non fa mistero delle sue posizioni assolutamente contrarie al decreto Lorenzin sulla vaccinazione obbligatoria come requisito per ammettere i bambini all'asilo e a scuola. Tutino non è nuovo alla politica locale. Ha già ricoperto incarichi pubblici in coalizioni di centrosinistra: è stato, ad esempio, vicepresidente del Municipio VII nella giunta guidata da Valeria Vitrotti, esponente del Pd. Erano i tempi di Ignazio Marino. Ora Tutino prova il grande salto: l'ingresso in Conisiglio regionale. È infatti candidato alla Pisana con «+ Europa» che fa riferimento a Emma Bonino, lista che, in coalizione con Pd, Civica Zignaretti, Liberi e Uguali, Insieme e Centro Solidale, sostiene la ricandidatura a governatore di Zingaretti. Sui social network, Tutino dimostra di avere posizioni nettamente a favore dei no vax, come peraltro ribadisce nell'intervista concessa al nostro giornale. Per il candidato radicale, ad esempio, «gli interessi in gioco non provano certo la dannosità dei vaccini», ma «per me, dico per me, sono un indizio tra tanti...». Tutino, del resto, nuetre anche un «sospetto da tenere bene in conto» su alcuni casi di bimbi deceduti per arresto cardiaco a qualche giorno di distanza dalla vaccinazione. In ogni caso, il candidato radicale non sembra voler imporre nulla a nessuno. Ciascuno è libero di scegliere se vaccinare o meno i propri figli. Ed è proprio per la libertà di scelta che Tutino dice di battersi. «Mi bastano - spiega sui social - le contrioindicazioni per rivendicare il diritto a scegliere» e in ogni caso «non spetta né ai giudici né ai politici dirmi cosa iniettarmi. Né i giudici né lo Stato devono decidere cosa mettermi nel corpo». Certo, qualche volta Tutino va un po' sopra le righe, magari imboccando una deriva laicista tipicamente radicale. Come ad esempio quando accomuna Battesimo e vaccinazione: il sacramento e il vaccino avrebbero «la stessa struttura antropologica e fideistica: Battesimo e vaccino come via di salvezza dall'impurità». La crociata no vax rappresenta per l'esponente radicale in primo luogo «una battaglia per l'habeas corpus, per preservare il corpo dal potere dello Stato» e «in secondo luogo una battaglia per la libertà scientifica, civile, etica e medica, di dissentire, di dire no». Addirittura, in un post Tutino si chiede se con i vaccini non possa succedere quanto accaduto per i gas di scarico prodotti dai motori di molte case automobilistiche e testati su cavie umane. Posizioni diametralmente opposte da quelle del governatore Nicola Zingaretti, che si è sempre dichiarato a favore della vaccinazione obbligatoria e del provvedimento del ministro Beatrice Lorenzin. Tutto lo staff del presidente del Lazio è pro vaccini. Ad esempio, la candidata del MoVimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Roberta Lombardi l'8 febbraio su Twitter ha scritto che la Lorenzin dei vaccini «ne ha fatto tema da campagna elettorale. Dispiace, perché stiamo parlando della salute dei nostri figli. Se diventerò Presidente del Lazio nessun favore alle lobby farmaceutiche. Credo nella scienza e proprio per questo dico: sì alla raccomandazione, no all'obbligo». Alla Lombardi ha risposto il capo ufficio stampa della Regione Lazio governata da Zingaretti: «Se volete tornare al Medioevo e agli stregoni allora votatela. Io preferisco la scienza e la tutela della salute dei bambini». Posizione legittima e sacrosanta. Ma sono più estreme le posizioni della Lombardi o quelle del candidato di Zignarettit Tutino? A lasciare perplessi poi è la decisione di Zingaretti - convinto sostenitore della vaccinazione obbligatoria - che ha deciso di estromettere dalla propria coalizione Civica Popolare, la lista della ministra Lorenzin, per accogliere Liberi e Uguali. Senza estromettere i Radicali - che come la Lorenzin a livello nazionale sono in coalizione col Pd - e permettendo di candidare il no vax Tutino. Distrazione o scelta politica?

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