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Open Arms: "Due morti in mare, colpa dell'Italia". Salvini: "Dalle ong solo bugie, io non mi fermo"

Carlantonio Solimene
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Riparte lo scontro tra il ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini e le Ong sulla questione dei migranti. Motivo del contendere stavolta è stata una tragedia nel Mediterraneo denunciata dalla Proactiva Open Arms che ha rinvenuto i resti di un gommone a 80 miglia dalle coste libiche ed è riuscita a salvare una donna in stato di ipotermia dopo due giorni di navigazione alla deriva ma non i suoi due compagni di viaggio, un'altra donna e un bambino, ormai deceduti. «La Guardia costiera libica ha lasciato morire una donna e un bambino a bordo di un barcone perché non volevano salire sulla motovedetta libica» è l'accusa lanciata da Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola, che su Twitter ha pubblicato la foto del relitto dell'imbarcazione con i due cadaveri che galleggiano. «La guardia costiera libica ha reso noto di aver intercettato una barca con 158 persone a bordo e aver fornito loro assistenza medica e umanitaria: quello che non dice è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e che hanno affondato l'imbarcazione perché (i tre) non volevano salire sulle motovedette libiche», ha twittato l'attivista catalano. «Quando siamo arrivati», ha aggiunto, «abbiamo trovato una delle donne ancora in vita, ma non abbiamo potuto fare nulla per recuperare l'altra donna e il bambino, che a quanto pare era morto poche ore prima che li trovassimo». Poi l'accusa diretta a Salvini: «Quanto tempo ancora dovremo lottare con gli assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?». In un messaggio audio, Camps ha affermato che quanto accaduto «è la conseguenza diretta del fatto che si tratta con le milizie armate» e «si dice all'Europa che la Libia è un Paese sicuro» mentre «la Guardia Costiera libica è capace di tutto». Proprio ieri Salvini era andato allo scontro con l'Europa, colpevole di non aver riconosciuto la Libia come porto sicuro come richiesto dal ministro italiano. Se Tripoli fosse stata riconosciuta, i migranti salvati in acque più vicine alle coste libiche sarebbero dovuti essere riportati in Africa. Altrimenti, il trasporto deve avvenire verso i "porti sicuri" delle coste europee. In ogni caso il ministro dell'Interno ha voluto replicare duramente alle accuse della Ong spagnola: "Bugie e insulti di qualche ONG straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull'immigrazione clandestina. Io tengo duro. #portichiusi e #cuoriaperti» ha scritto su Facebook il leader della Lega. Per poi rincarare la dose da Twitter: "Due navi di Ong spagnole sono tornate nel Mediterraneo in attesa del loro carico di esseri umani. Risparmino tempo e denaro, i porti italiani li vedranno in cartolina". E a chi lo accusava di umanità, il ministro ha replicato sfidando "chiunque a trovare tweet dove invito a lasciar annegare qualcuno a mare, il mio obiettivo è salvare tutti, ma evitare che tutti arrivino in Italia". Parole alle quali ha successivamente replicato il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio: "Quando si dice ai soccorritori di non perdere tempo e di non intervenire, quando si lasciano le persone in balia delle onde, quando si chiudono i porti, si sta dicendo di lasciare gli esseri umani in mare. Matteo Salvini la smetta con crociata d'odio".

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