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Governo, Conte va da Mattarella. La Lega: Savona al Tesoro o salta tutto

Davide Di Santo
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Il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, è salito al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ma solo per un incontro informale - durato un'ora -  nel quale non è stata presentata la lista dei ministri e sciolta la riserva, ma solo per fare il punto della situazione. Incontro che segue quello di stamattina con Luigi Di Maio e Matteo Salvini alla Camera. Riunione dall'esito "positivo" in cui si sarebbe arrivati ad avere sul tavolo tutte le proposte di nomi per i relativi dicasteri. Al Mef l'indicazione resta quella di Paolo Savona, sostenuto da Lega e M5s, mentre alle Infrastrutture andrebbe un esponente della Lega. Mise e ministero del Lavoro, nella proposta messa a punto, sono accorpati come chiedeva M5s. Già nel primo pomeriggio nei Palazzi veniva ventilata, da fonti qualificate, la possibilità che il presidente del Consiglio incaricato potesse informare entro la serata il Quirinale dello stato dell'arte. In ambienti parlamentari si ipotizza che il Governo possa giurare lunedì. E sull'Economia si gioca l'intera intesa gialloverde. Non c'è infatti "alcun piano B" all'ipotesi di Paolo Savona all'Economia e, se permane questo "veto molto forte", il Quirinale "si prenderà la responsabilità di bloccare la nascita di un governo" i cui partiti di maggioranza sono stati votati dagli elettori. È quanto fanno trapelare fonti leghiste, dopo il post serale in cui Matteo Salvini si definisce "davvero arrabbiato". La Lega considera il "veto" su Savona "inaccettabile", in quanto l'economista riflette assolutamente le posizioni politiche del partito sui temi di cui si occuperebbe al Tesoro. In questo - assicurano i leghisti - con il M5s si è "assolutamente sulla stessa linea come sta a testimoniare il 'like' di Luigi di Maio al post di Salvini".

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