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Berlusconi ricuce con la Lega: "Salvini è il nostro leader"

Di Maio freme: con la Lega grandi cose

Davide Di Santo
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Il centrodestra è morto, w il centrodestra. Il giorno dopo lo strappo per le frasi sul M5S ("Sono un pericolo per l'Italia e bisogna evitare che prendano il potere") il protagonista è sempre Silvio Berlusconi che, sempre dal Molise, cerca di incollare i cocci della coalizione con la Lega e lancia un assist all'irritato Matteo Salvini. "Siamo sempre assolutamente convinti della necessità di fare governo col centrodestra unito e Matteo Salvini è la persona che deve esprimere il leader", dice il numero di Forza Italia a Campobasso, alla vigilia del voto regionale. E se solo 24 ore prima l'ex Cav ribadiva il concetto a lui caro per il quale "per noi sarebbe molto meglio fare un governo con il Pd", sabato cerca di rassicurare gli alleati. "Non ho mai detto di voler fare un governo con i voti del Pd - ha sottolineato - con il Pd non c'è nessun contatto e rapporto in corso. Io ho solo detto che avremmo dovuto come centrodestra presentarci in Parlamento con il nostro programma e raccogliere i voti di tutti coloro che non ritenessero cosa buona per l'Italia e per loro andare a nuove elezioni". Anche perché l'obiettivo rimane quello di salire a Palazzo Chigi, nonostante forse lo stesso leader del Carroccio mediti ancora di salirci, sì, ma con coloro che l'ex premier manderebbe al massimo nelle sue aziende "a fare i fattorini ed a pulire i cessi". Nel centrodestra, insomma, la situazione è a dir poco confusa, con l'unità di coalizione appesa ad un filo e i continui ammiccamenti di Luigi Di Maio che non sembrano affatto casuali. In questo scenario vanno lette le parole di Giovanni Toti, forzista non certo ostile alla Lega, che invita il M5S a "dare prova di maturità. Mi auguro che per una volta vogliano scendere dalla loro torre, in cui si sono chiusi, e vogliano confrontarsi con i reali problemi del Paese". La posizione del Carroccio ha il volto di Massimiliano Fedriga, candidato in Friuli Venezia Giulia. "Una stagione dei veti contro veti, da parte di tutti, da chi non è un nostro alleato ma anche da parte dei nostri alleati, non porta ad una soluzione per il Paese - avvisa da Trieste - L'obiettivo di tenere unita la coalizione e far governare questa stessa colazione ma se non ci sono i programmi non si discute di nulla. Per noi un governo è strumentale" ai problemi da risolvere, "non può essere un fine. Se per qualcuno il fine ultimo è semplicemente la poltrona di governo, se la tengano, non ci interessa". Intanto sono sempre aperti i due forni del Movimento 5 stelle, ma Luigi Di Maio non nasconde quale sarebbe la sua prima opzione in fatto di alleanze: "Credo che con la Lega di Matteo Salvini si possa fare un buon lavoro per questo Paese. Possiamo fare cose molto importanti". E ancora: "Ho avuto modo di testare l'affidabilità della Lega, e sono sicuro che se firma un contratto di governo tiene fede ai patti", spiega ai cronisti al suo arrivo a Rho per visitare il Salone del Mobile. Il leader pentastellato però non chiude la porta al Pd. Incassa l'apertura di Francesco Boccia, capogruppo Pd in commissione speciale alla Camera, che parla di distanze "non incolmabili" tra 5 stelle e dem. "Ho sempre detto che la nostra proposta era a due forze politiche per firmare un contratto di governo: la Lega e il Pd", spiega. "Io cercherò di portare a casa un contratto per dare un governo agli italiani, che possa ottenere quanti più risultati" e le aperture "sono passi in avanti, che noi auspichiamo". "Anche per questo non avevo mai chiesto ai leader delle forze politiche di venire subito al tavolo, - spiega - perché so che ci sono delle evoluzioni in corso in entrambi gli schieramenti e vanno rispettate".

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