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Governo, Di Maio: "Quello con Lega e Pd non è un inciucio"

Luigi Di Maio

La voglia di potere dei Cinque Stelle

Dario Martini
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Luigi Di Maio, capo dei 5 Stelle, pur di governare vuole mettere insieme la destra e la sinistra (la Lega di Salvini e il Pd senza Renzi), ma guai a chiamarlo "inciucio". Questa parola, largamente abusata fino alla scorsa legislatura, parola d'ordine del grillismo per denunciare qualunque accordo "fuori natura" per conquistare il potere, tutto ad un tratto non è più di moda. Anzi, secondo Di Maio, diventa sinonimo di responsabilità. Il capo del MoVimento spiega questa rivoluzione copernicana sul blog delle Stelle: "La soluzione non è fare alleanze, inciuci, accordi tra le forze politiche. Ne abbiamo visti tanti in questi decenni e sappiamo dove ci hanno portato: ci si mette insieme solo per rimanere in vita e per spartirsi poltrone, fregandosene dei cittadini. Noi vogliamo cambiare completamente metodo, proponendo un approccio differente, concreto. Vogliamo mettere al centro i temi, cioè le soluzioni per risolvere i problemi del Paese. Per questo - aggiunge Di Maio - proponiamo un contratto di governo come quello che viene sottoscritto dalle principali forze politiche in Germania dal 1961. È un contratto in cui scriviamo nero su bianco, punto per punto, quello che vogliamo fare, dove si spiega per filo e per segno come si vogliono fare le cose e in quanto tempo. Dentro si inseriscono tutti i dettagli delle cose che si devono fare, si firma davanti agli italiani e poi si realizza. Quello che c'è scritto è ciò che il governo si impegna a fare. Non è un accordo, né un'alleanza, è un impegno che forze politiche alternative, e anche distanti, assumono davanti ai cittadini, prendendosi la responsabilità di lavorare insieme per il bene degli italiani", sottolinea. "Proponiamo di scrivere insieme questo contratto di governo alla Lega o al Partito Democratico". Il leader del M5S vuole fare in fretta: "Spero di incontrare presto i leader di Pd e Lega. Lo dobbiamo fare per il Paese e per i cittadini che attendono da troppo tempo un governo capace di dare risposte ai loro problemi". Peccato che Di Maio tralasci un piccolo particolare, ribadito in questi giorni fino alla nausea: il premier deve essere lo stesso capo dei 5 Stelle, altrimenti non se ne fa niente. Affinché questo contratto veda la luce, quindi, Lega e Pd dovrebbero acconsentire ad affidare le leve del governo al MoVimento di Grillo, accettando di fatto un ruolo di subalternità. E infatti, il deputato dem e vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, rimanda al mittente l'invito: "Speriamo finisca questo teatrino per cui Di Maio si rivolge al Partito Democratico per aumentare la forza contrattuale del M5s nei confronti della Lega". A ben guardare, ciò che propone oggi Di Maio è lo stesso ragionamento portato avanti da Peierluigi Bersani nel 2013. In quell'occasione, però, l'ex segretario del Pd si vide sbattere la porta in faccia dai grillini, scandalizzati da tanta faccia tosta. Appoggiare alcuni punti programmatici del Partito democratico, seppur condivisibili, sarebbe stato un "inciucio" bello e buono. Meglio far saltare il tavolo e al diavolo il governo e la stabilità dell'Italia. Oggi che le posizioni si sono invertite tutto è cambiato. 

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