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Casellati al Senato, il vero piano di Berlusconi

Alberto Di Majo
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Nel caotico primo giorno della diciottesima legislatura trovare il bandolo della matassa è quasi impossibile. La nuova legge elettorale, approvata con otto voti di fiducia, non ha messo nessun partito in condizione di poter governare e ci regala un contesto complicatissimo, a cominciare dall'elezione dei presidenti di Camera e Senato (figuriamoci cosa succederà quando si passerà a discutere del possibile governo). Il nodo attuale riguarda Palazzo Madama tanto che ieri sembrava irreale l'atmosfera di attesa che si respirava, invece, a Montecitorio, dove ci sono state tre votazioni tanto lunghe quanto inutili, visto che è già chiaro che il successore di Laura Boldrini sarà un esponente del M5S. Al Senato la situazione è precipitata dopo la seconda votazione: Berlusconi ha confermato Paolo Romani come candidato alla presidenza del Senato mentre Salvini ha rilanciato Anna Maria Bernini e l'ha fatta votare dal gruppo leghista. Del resto i 5 Stelle sono stati perentori nell'opporsi a Romani («Non voteremo condannati» ha ripetuto più volte Luigi Di Maio) e, per dare un avvertimento al Carroccio, hanno anche aperto al Pd immaginando di poter offrire la poltrona più alta di Palazzo Madama a Luigi Zanda o Emma Bonino. Ci avrebbero pure pensato i Dem a fare il colpaccio. Ma a questo punto la Lega ha giocato d'anticipo puntando, appunto, sulla Bernini. Uno schiaffo al Cavaliere, che ha tuonato sul rischio di far naufragare la coalizione di centrodestra e, nello stesso tempo, una scelta che ha rassicurato i 5 Stelle oppure è stata soltanto l'ultima mossa di Berlusconi, magari proprio in accordo con Salvini, per bruciare Romani e far eleggere una persona indicata da lui, magari Maria Elisabetta Alberti Casellati, tanto cara al suo avvocato Ghedini, notoriamente in buoni rapporti con il leader leghista? Impossibile dirlo. Chissà che non lo sappiano nemmeno i potagonisti di questo risiko in cui ogni mossa può cambiare improvvisamente il contesto. Speriamo solo che non sia un gioco a perdere.

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