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"Governo Lega-M5S un pericolo." Il Pd apre all'inciucio

Maurizio Martina

Martina: "All'opposizione ma senza fare l'Aventino"

Dario Martini
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Il Pd boccia qualsiasi ipotesi di "Aventino", di una posizione che non cerca compromessi con nessuno, soprattutto in vista della partita sui nuovi presidenti di Camera e Senato. Ma conferma, senza eccezioni, la linea del no a un governo con i 5 stelle o con la Lega, restando all'opposizione. Tuttavia, i dem ritengono che un eventuale esecutivo guidato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini rappresenti un "pericolo per il Paese", che va evitato. Per questo, il Pd non starà fermo a guardare, ma "reagiremo, contrattaccheremo", garantisce il segretario reggente, Maurizio Martina. Ben altro discorso l'ipotesi di un governo di tutti, un governo del presidente o di scopo, che prenda piede dopo "vari tentativi falliti". Tanto più se ci dovesse essere un appello alla responsabilità da parte del Capo dello Stato. In questo caso, il "no" netto si smussa e le posizioni tra i dem si distinguono: per Carlo Calenda il Pd non dovrebbe chiamarsi fuori, anche "se è prematuro parlarne". Anche Gianni Cuperlo non chiude completamente: "Se dopo vari tentativi a vuoto" fosse rivolto "un appello a tutte le forze per un governo e per fare nuove regole diverse, anche sulla legge elettorale, io non sarei per l'Aventino", afferma. Tutti d'accordo, invece, sulla necessità di un cambio di passo e di rotta, a partire dalla leadership, che nel post-Renzi deve essere "collegiale". E Martina garantisce: ciò che serve al Pd per "ripartire"è il massimo della capacità di ascolto, della libertà di analisi e della pluralità possibile, provando a concretizzare rispetto alla nuova fase che dobbiamo costruire". Per Martina "questa nostra difficoltà a viverci come comunità è stata fondamentale e ha fatto la differenza. Come ripartire? Non ripartiamo dall'idea di una leadership in quanto tale ma da un'idea collegiale della leadership per una causa comune".

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