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Governo, Mattarella: "Per il futuro dell'Italia non servono gli egoismi"

Il presidente della Repubblica Mattarella

Alla consegna degli attestati d'onore di "Alfiere della Repubblica"

Carlo Antini
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Sergio Mattarella non si stanca di ripeterlo: serve responsabilità per il bene del Paese. Quello che il capo dello Stato rivolge durante la cerimonia per la nomina dei giovani "alfieri" è un altro invito, simile a quello dell'8 marzo. È rivolto a tutti, ma sa di appello alle forze politiche. Queste, dopo le elezioni del 4 marzo, sembrano arroccate sulle proprie posizioni e, nonostante gli inviti al dialogo e al confronto, non sembrano fare passi avanti verso l'una o l'altra soluzione. Nel corso della celebrazione al Quirinale della festa internazionale delle Donne, la settimana scorsa, l'inquilino del Colle aveva evidenziato come "il senso di responsabilità" fosse una attitudine che riguardava tutti, nessuno escluso, soprattutto quando si sa "collocare al centro l'interesse generale del Paese e dei suoi cittadini". L'esempio da seguire sono proprio i giovani, i nuovi "alfieri della Repubblica" nati tra il 1999 e il 2007, a cui Mattarella oggi al Quirinale dice più volte grazie, "anche perché portate in questi saloni così solenni una folata di allegria". Atti e gesti di altruismo, di generosità, di solidarietà, di aiuto verso chi è in difficoltà: così, dice il capo dello Stato, "avete mostrato di essere protagonisti come cittadini, dimostrando di sentire la corresponsabilità per le sorti comuni del nostro Paese e facendo comprendere che occorre essere protagonisti e costruire il futuro, senza chiudersi nelle proprie dimensioni individuali, magari con egoismo". Tradotto per il mondo politico: l'obiettivo è il bene dell'Italia e il suo futuro, quindi la strada verso la formazione del nuovo esecutivo sia scevra di egoismi e individualismi. Mattarella, comunque, non dispera. Anzi, ha "grande fiducia nel futuro dell'Italia", soprattutto quando al Quirinale siedono 29 tra ragazzi e ragazze nominati 'alfieri', che "esprimono il senso della sorte comune della nostra comunità, dell'ambiente in cui viviamo, dei beni che utilizziamo e che dobbiamo conservare per le prossime generazioni e per la vita degli altri, comprendendo che non si può essere felici se accanto vi è qualcuno che non lo è". In uno scenario politico post elettorale che ha dato al Paese l'impossibilità a governare, i segnali dal Colle sono inequivocabili. Mattarella non intende intervenire. Ecco quindi gli appelli a farsi guidare dal "senso di responsabilità", lanciati a pochi giorni dall'elezione dei presidenti di Camera e Senato e al momento non si vedono vie d'uscita. Il messaggio sembra essere indirizzato non solo alle forze che hanno raccolto il maggior numero di consensi, come Lega e M5S, per ora su posizioni attendiste, ma anche al partito democratico, impegnato a leccarsi le ferite del post-voto. Il capo dello Stato, nel pieno delle sue prerogative, non deve formare maggioranze e si aspetta che si arrivi al Quirinale per le consultazioni (che dovrebbero iniziare il 3 aprile) con una alleanza solida da poter dare il via alla XVIII legislatura. Altrimenti si dovranno cavalcare altre strade e il percorso potrebbe essere ancora più impervio.

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