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Rimborsopoli a 5 Stelle, il buco si allarga: manca un milione di euro

Carlantonio Solimene
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Luigi Di Maio sceglie le strade del suo collegio in Campania per percorrere gli ultimi chilometri della prima parte del rally che lo porterà fino alle elezioni del 4 marzo. Dal salotto buono di Napoli a Chiaia, passando per il quartiere popolare di Scampia, fino a Torre del Greco dove è arrivato fianco a fianco con Beppe Grillo, per concludere in uno strapieno palazzetto dello Sport a Pomigliano d'Arco. Ad accoglierlo all'ingresso, lo striscione "Luigi, Pomigliano vuole te". Duemila persone più fra chi ha trovato posto dentro e chi è rimasto fuori. Ma se per Di Maio il "rally" riprende mercoledì da Chieti - il leader è stacanovista e si concede un solo giorno di riposo - per altri si ferma qui. Dopo il deputato Andrea Cecconi e il senatore Carlo Martelli, oggi è Maurizio Buccarella a fare un passo indietro e ad autosospendersi dopo aver ammesso "una leggerezza" nella rendicontazione dei rimborsi degli ultimi due mesi del 2017. Il senatore è l'ultima vittima del vaso di Pandora scoperchiato da un servizio delle Iene. L'altra senatrice salentina, Barbara Lezzi, il cui nome sembra rientrare nella rosa dei dieci fatti dalla 'gola profonda' alle Iene, scrive invece sui social: "Domani mattina andrò in banca per farmi rilasciare la documentazione che accerta che tutti i bonifici che ho effettuato in questi anni non sono stati revocati". Sembra invece voler arrivare fino in fondo al suo rally, il candidato "fu" massone Catello Vitiello, avvocato napoletano che non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa elettorale, nonostante l'ingiunzione da parte dei vertici M5S. "Fuori le mele marce dal Movimento", tuona Luigi Di Maio che però non ci sta a far travolgere il Movimento da uno scandalo che, secondo il capo politico Cinquestelle riguarda una minoranza. "C'è una bella canzone che ha vinto Sanremo: "Non mi avete fatto niente". Ecco, a noi oggi non ci avete fatto niente", dice in una diretta Facebook rivolto idealmente ai suoi avversari politici. Intanto il Movimento sta attivando i propri anticorpi per scovare eventuali altre mele marce. "Vitiello? È game over, non può stare nel movimento". E spiega che è gli è stato proibito l'uso del simbolo. "Se ci sono persone che hanno sbagliato saranno perseguite. Cecconi e Martelli sono già stati messi fuori. Per gli altri stiamo facendo le dovute verifiche", assicura, annunciando di aver richiesto gli accessi al ministero dell'Economia per verificare lo stato dei versamenti dei singoli parlamentari e di altri portavoce. Il buco nei rimborsi infatti sembra ammontare a oltre un milione di euro, una cifra esorbitante, che però viene ridimensionata da Di Maio che sottolinea i soldi restituiti dai Cinquestelle negli anni e attacca il Pd. "Mi fa rabbrividire Renzi: restituisca prima i 23 milioni euro che lui e il suo partito devono agli italiani, poi ci faccia la morale". E Matteo Renzi passa alla controffensiva: "Si sono trasformati in arca di Noè: scrocconi, truffatori e riciclati di altri partiti. Querelatemi se dico il falso". E sulle mele marce il segretario Pd sferra l'affondo finale: "Di Maio ricorda Bettino Craxi che aveva definito Mario Chiesa, un mariuolo". Ma lo scambio incrociato di accuse non sembra interessare i cittadini che si riversano in massa a Chiaia, Scampia - dove va in scena anche una piccola protesta dei disoccupati e dal Comitato Le Vele - Torre del Greco, per il 'trionfo' finale a Pomigliano d'Arco. Qui, a casa sua, il candidato premier ammonisce i suoi concittadini: "Con Sgarbi siate gentili, offritegli un sorriso e un caffè". Standing ovation.

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