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Purghe renziane, Pd in crisi di nervi

Matteo Renzi

Orlando: "Minoranze rispettate? Matteo non offenda l'intelligenza altrui". Boschi sfrontata: "Io a Bolzano? Non avrei avuto problemi a correre ad Arezzo"

Dario Martini
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La crisi di nervi del Pd si fa sempre più grave. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, ad un anno fa, quando prese corpo la prima scissione del partito guidato da Matteo Renzi. Gli ex dem, guidati da Bersani e D'Alema, oggi sorridono beffardi: ve lo avevamo detto che finiva così. Oggi, a guidare la minoranza interna, c'è il Guardasigilli Andrea Orlando. I suoi uomini sono stati epurati letteralmente durante la compilazione delle liste elettorali. Renzi non ha avuto pietà. Si è mostrato stupito di tanto trambusto e ha negato di aver inserito solo i "fedelissimi". A quel punto, Orlando è sbottato: «Basta con le polemiche, invito però gli esponenti della maggioranza e il segretario a non negare l'evidenza», altrimenti «si insulta l'intelligenza altrui». Sergio Lo Giudice (epurato), parla di «minoranza umiliata». Intanto, Maria Elena Boschi ha fatto...  SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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