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"I 5Stelle ballano con gli Spada". Bufera su Dessì, candidato a Latina

Pd all'attacco: "Si ritiri". La replica: "Ero pugile, e Delrio lo ha premiato"

Davide Di Santo
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Scoppia il caso Spada all'interno del M5S. II candidato al Senato in seconda posizione nel listino proporzionale di Latina Emanuele Dessì balza agli onori della cronaca per un video su Facebook che lo ritrae mentre balla con Domenico Spada, ex campione di boxe detto "Vulcano", proprietario di una palestra, vicino ai Casamonica, già condannato per usura ed estorsione. A scoprire il video è il consigliere regionale Pd Eugenio Patanè. Ma l'accusa, cavalcata dal Partito democratico, ha un effetto boomerang perché il candidato che ha superato la selezione delle parlamentarie pubblica una foto che ritrae insieme Domenico Spada e il ministro Graziano Delrio che dà un premio. "Facevo il pugile e insegnavo pugilato - spiega Dessì -, e ovviamente frequentavo le palestre, anche quella in cui si allenava Domenico Spada. Lo stesso che, nello stesso periodo, veniva insignito del 'Collare d'Oro' proprio da un eminente rappresentante del Pd come Graziano Delrio, con tanto di cerimonia e foto che immortalano assieme l'attuale ministro dei Trasporti e Domenico Spada. Poi, dopo l'avvio dell'indagine, avvenuta successivamente, nel 2015, chiaramente non c'è stato più alcun rapporto, neanche sportivo. Il Pd è sceso veramente in basso e si vede che il MoVimento nel Lazio fa paura a Zingaretti e a tutti i suoi accoliti. Non ultimo Patanè che viene citato nelle carte dell'inchiesta di mafia capitale". La spiegazione però non ferma gli attacchi Dem che chiedono il ritiro della candidatura di Dessì. "Eccoli i super-esperti scelti da M5S: a braccetto con i boss del clan Spada. Cosa ha da dire Di Maio? - attacca la senatrice Monica Cirinnà, capolista Pd nel collegio Lazio 2 - Ora il M5S deve immediatamente ritirare la candidatura di Dessì e scusarsi con i cittadini". E per il candidato Cinquestelle i guai non finiscono qui. Spulciando sui social emerge anche un post del 26 ottobre 2015 in cui Dessì ammette di aver dovuto picchiare un romeno, e non si è trattato di un episodio isolato. "Per la terza volta in vita mia - scrive - ho dovuto menare a un ragazzo rumeno a seguito di offese gratuite nella sua lingua madre. Purtroppo non si rendono conto che ormai le loro parolacce le capiscono tutti e nessuno ha voglia di farsi dire 'succhiami il c...' dal primo stronzo per strada o farsi sputare addosso. Erano in tre naturalmente, ma una volta cappottato il primo gli altri due hanno preferito 'evitare'... Se avessi fatto le stesse cose quando ero ragazzo nel mio quartiere, probabilmente oggi non la racconterei, il mondo cambia, ma non sempre in meglio". Amara la conclusione del Dem Patanè: "Io mi vergogno a nome di tutta la gente onesta della provincia di Latina che dovrebbe essere rappresentata da questi personaggi nelle Istituzioni. Che ne dice Roberta Lombardi di cui Dessì sarebbe fedelissimo sostenitore?".

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