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Regionali nel Lazio, è caos sondaggi. Centrodestra in tilt

Zingaretti in testa in tutte le rilevazioni. Gasparri insegue. Dietro Pirozzi

Antonio Rapisarda
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L'oracolo dei sondaggi? Ciò che avrebbe dovuto riunire, a meno di sorprese dell'ultima ora, rischia invece di assicurare solo lo stallo nel centrodestra in vista delle prossime Regionali previste tra un mese e mezzo. La famosa rilevazione attesa da Silvio Berlusconi, voluta per decidere come risolvere il nodo della candidatura unitaria (come è avvenuto in Sicilia con Nello Musumeci), non ha benedetto ciò che in tanti pensavano ieri: la sostanziale convergenza su Sergio Pirozzi, l'unica proposta ufficiale nel campo del centrodestra, almeno fino a questo momento. Sul tavolo, a quanto trapelato da ambienti vicini a Forza Italia, sono giunte le stime sulle tre ipotesi principali rilevate: il senatore azzurro Maurizio Gasparri, il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Fabio Rampelli e, appunto, il civico Pirozzi, sindaco di Amatrice. Ciò che è emerso dal sondaggio è il ritorno del nome tirato fuori dal cilindro nelle ultime settimane: il vicepresidente del Senato ed esponente di Forza Italia che si attesterebbe al 24% contro il governatore uscente Nicola Zingaretti quotato al 35%. Un dato – questo è il ragionamento fatto ad Arcore – da cui poter partire per riconquistare la Pisana, considerato che il presidente della Regione difficilmente potrà andare oltre le stime già rilevate e con un centrodestra che ancora deve dare inizio alla campagna elettorale. Perché si dice questo? Perché nella seconda parte del sondaggio, quella sui candidati a «guida» della coalizione, Zingaretti sarebbe avanti di cinque punti contro Gasparri, mentre con Pirozzi candidato unitario il distacco con il centrosinistra crescerebbe e con Fabio Rampelli il margine crescerebbe ancora di più. Proprio in quest'ottica, allora, l'ipotesi Gasparri ritornerebbe a essere quella più spendibile: questa volta per tentare la «remuntada». Secondo lo schema, dunque, una eventuale candidatura del senatore ex An, il consenso radicato di Fratelli d'Italia, l'apporto della quarta gamba più il non indifferente 7% attribuito a Pirozzi dalle ultime rilevazioni potrebbe significare una partita più che aperta con Zingaretti. Questo a quanto registrato dall'indagine commissionata personalmente dal Cavaliere. Ma tra le segreterie dei partiti in queste ore sta circolando anche un'altra rilevazione che cambia radicalmente lo scenario interno alla coalizione. Secondo Tecnè, infatti, Sergio Pirozzi – nella veste di candidato unitario del centrodestra - sarebbe un punto avanti a Maurizio Gasparri: per lo stesso ragionamento toccherebbe a lui, allora, sfidare Zingaretti stimato qui tra il 36 e il 40%. Secondo un sondaggio di Euromedia Research per Porta a Porta, invece, Nicola Zingaretti oscillerebbe tra il 41,8 e il 46,2%, Gasparri tra il 24,1% e il 27,9% e Pirozzi tra il 6,8 e il 9,2%. Indietro Roberta Lombardi del M5S: oscilla tra il 17,7 e il 21%. In Lombardia invece il candidato governatore del centrodestra Attilio Fontana è saldamente in testa col 45%. Gorgio Gori del Pd è al 36,5%, mentre Dario Violi del M5S al 15. A livello nazionale, invece, il centrodestra si attesta al 39% (dato massimo 41%) così suddiviso: FI 18%, Lega 13,5%, FdI 4,4% (con dato massimo 5,3%), Noi con l'Italia 2,4%(dato massimo 3,1%). Il MoVimento 5 Stelle si attesta sul 26,3% (dato massimo 28,2%), mentre Liberi e Uguali sul 6% (dato massimo il 7%). Arranca il Pd: è al 24,2%. La coalizione di Matteo Renzi è invece al 27,9%: Civica Popolare 1,2%, Insieme 0,4%, +Europa con Emma Bonino e Bruno Tabacci 1,8%. Tornando alla Regione Lazio, la situazione continua a rimanere più che ingarbugliata, tanto che il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, intervistato su Canale5 a Matrix sul caso Lazio taglia corto: «Non c'è ancora nulla di deciso. Decideremo nei prossimi giorni». La palla o il cerino, a questo punto, sulla carta dovrebbero passare nelle mani del sindaco di Amatrice che, da parte sua, non sembra voler retrocedere di un passo dalla sua posizione di sempre: nessun ritiro, tocca agli altri convergere. L'occasione per rispondere a 360° è stato il programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. Prima però gli è toccato commentare l'uscita del candidato leghista in Lombardia Attilio Fontana sulla razza bianca: «Sono per l'integrazione giusta e per le regole certe – ha spiegato il primo cittadino - Dobbiamo dare accoglienza a chi chiede asilo politico, per il resto chi non rispetta le regole non deve stare qui. O devono venire persone che cercano lavoro, se c'è necessità di quel lavoro». Parlare di questo mettendo in mezzo la «razza bianca» come ha fatto Fontana – secondo i conduttori – è una «cazzata». «Secondo me sì – ha confermato Pirozzi - dal mio umile punto di vista. Non credo che la razza bianca sia in pericolo». Chiarito questo passaggio il candidato dello «scarpone» è tornato sui temi che riguardano la candidatura, smentendo per prima cosa le ricostruzioni giornalistiche che lo volevano d'accordo con il Cavaliere nell'attendere il responso del famoso sondaggio. «Se è vero che qualche giorno fa ho incontrato Berlusconi? No, non è vero, non l'ho sentito neanche per telefono o per sms. Se ne scrivono tante...», ha risposto così poi alla domanda riguardante l'eventuale staffetta tra lui e Gasparri o viceversa: «Al momento abbiamo più di 500 comitati spontanei in tutto il Lazio e domani (oggi, ndr), a Roma, verranno tutti e 500 i comitati a manifestare. Per il resto non lo so». Ciò che è certo è che lo «scarpone» – che il 20 prossimo ha annunciato che presenterà la lista - resta piantato: «È chiaro che io vado avanti - ha continuato a Rai Radio1 - parlo con tutti ma non mi ritiro». Quanto alla possibilità, ventilata dal famoso «oracolo» richiamato dal Cavaliere, che Gasparri abbia più possibilità di vittoria rispetto a lui, Pirozzi non si è scomposto: «Questo non lo so. Io ho avuto molte offerte per andare in Parlamento, da mesi. Al Senato, dal centrodestra, ma non solo. Anche dal centrosinistra, in tempi non sospetti. Ma era solo per lo sfruttamento dell'immagine». Stesso discorso con l'eventualità che due candidature – sul modello negativo delle Comunali di Roma – potrebbero consegnare la vittoria al Pd o al M5S. «No, vinco io, non c'è problema», ha ribattuto. E quando gli è stato citato il sondaggio che dà Gasparri al 24% e lui al 7%, ha commentato con ironia: «Facciamo che io sto al 2%: preoccupo così tanto?».

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