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Macron elogia Gentiloni, asse Italia-Francia

Il presidente francese Macron e il premier Gentiloni

Il premier incassa l'appoggio del capo dell'Eliseo

Silvia Sfregola
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Un'Europa più sovrana, unita e democratica, che sappia difendere i suoi cittadini e rispondere alle loro necessità, così da togliere terreno ai populismi. È in questa direzione che lavorano Italia e Francia, alla testa di un'ambiziosa avanguardia, che però resta aperta a tutti coloro che vogliono farne parte. Per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi e renderla sistematica, Roma e Parigi hanno lanciato l'iniziativa di un Trattato del Quirinale, sul modello di quello dell'Eliseo firmato quasi 55 anni fa tra Germania e Francia, che possa essere matrice della rifondazione dell'Ue. È questa la visione espressa dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, insieme al presidente francese, Emmanuel Macron, in visita in Italia. Il capo dell'Eliseo ha anche partecipato al quarto summit dei Paesi del Sud dell'Ue, che ha riunito a Roma i capi di Stato e di governo di Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Cipro e Malta. Un'altra occasione per delineare le linee future dell'Europa che verrà, nella convinzione - ha sottolineato Macron - che «dobbiamo prendere decisioni molto importanti e dare prospettive per il decennio che ci aspetta». «Se l'Europa è stata balbuziente negli ultimi anni è perché mancava una prospettiva a lungo termine», ha aggiunto il capo dell'Eliseo, indicando «la volontà comune di costruire un'Europa più sovrana, unita e democratica, rendendola una potenza». «Italia, Germania, Francia hanno bisogno, e non da soli, di essere tra i promotori di un'Europa più ambiziosa», gli ha fatto eco Gentiloni, sottolineando che «se vogliamo far sentire la voce delle proposte giuste dobbiamo lavorare meglio e in modo più organizzato insieme». Da qui, ha proseguito il premier, «l'importanza notevole» che avrà «il passo che oggi annunciamo», quel Trattato del Quirinale tra Italia e Francia che vuole «formalizzare, dare un quadro alla cooperazione già esistente e strutturare nuove forme e ambizioni». «Abbiamo deciso di dare una cornice più stabile e ambiziosa, di mettere al lavoro un gruppo di persone per un trattato che può rendere ancora più forti e sistematiche le nostre relazioni», ha spiegato Gentiloni, parlando di «un trattato rivolto al futuro che può essere un contributo anche per il futuro della Ue». «L'obiettivo comune - ha sostenuto Macron - è concluderlo in occasione del prossimo vertice bilaterale che si terrà in Italia nel 2018». Gentiloni è tornato a puntare sulle parole chiave, «investimenti, politica monetaria, lavoro. Occorre nel 2018 fare passi in avanti. Nessuno è escluso da questi percorsi, ma il fatto che questi percorsi vadano avanti non può essere condizionato dai vagoni più lenti». Come ha ricordato il capo dell'Eliseo, esiste «già un'Europa a più velocità, bisogna vedere come avere un'Europa che acceleri: con la situazione istituzionale di oggi, l'Europa indietreggia mentre noi siamo per un'Europa che avanzi, una potenza economica e sociale aperta a chi vuole seguire». Ambizioni chiare, quelle dei due leader, che insieme hanno esortato a cogliere il momento per continuare il cammino intrapreso. «O nei prossimi mesi riusciamo a fare passi avanti dal punto di vista del progetto europeo o si rischia di perdere un'occasione», ha spiegato Gentiloni, indicando «i dati incoraggianti delle nostre economie» come «un'opportunità da non sprecare». «L'auspicio è che il 2018 sia un anno utile, anche di rifondazione per l'Europa. Abbiamo un'opportunità inedita, dal momento che stiamo riuscendo a uscire dalla crisi dopo dieci anni», ha confermato Macron. Il rischio dei populismi è alle porte, ma per togliere loro terreno non bisogna dimenticare «l'ambizione europea» che è quella che «è mancata», ha sottolineato il capo dell'Eliseo, ricordando che «un'Europa senza avanguardie nutre i populismi». «I populismi - ha ribadito - nascono dall'incapacità europea di difendere i popoli, l'Europa che protegge e risponde alle necessità li riduce». Quanto all'Italia che si appresta a entrare nel periodo elettorale, Macron ha rivolto un chiaro endorsement, sottolineando quanto è stato «contento di lavorare con il premier Gentiloni. Spetterà al popolo italiano decidere ed esprimersi ma consentitemi di dire che l'Europa ha avuto molta fortuna ad averlo. Mi auguro - ha aggiunto - che potremmo continuare il lavoro che abbiamo cominciato». Tra le sfide cruciali, resta quella della gestione del flusso migratorio. Dal capo dell'Eliseo sono arrivati nuovi apprezzamenti per quanto fatto dall'Italia, nell'ultimo anno, «un ottimo lavoro per ridurre la destabilizzazione. Esprimo tutto il mio rispetto per il lavoro condotto e la qualità della cooperazione». Da parte sua, Gentiloni ha ribadito la necessità di «gestire una politica e farlo insieme», sottolineando che non si può «promettere ai cittadini europei che il problema dei grandi flussi migratori si possa cancellare con ricette miracolose». «I flussi - ha aggiunto - devono diminuire ma io penso che i progressi fatti l'anno scorso ci indicano che questa strada non è impossibile. Occorre gestire questo fenomeno in modo organizzato, umano e legale. Il 2017 da questo punto di vista è stato un anno incoraggiante anche se ci lascia molti problemi», ha proseguito il premier. «Speriamo - ha aggiunto da parte sua Macron - che possano essere approvate nuove regole per mettere fine alle profonde disfunzioni del regolamento di Dublino». 

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