CAMPAGNA ELETTORALE
8 Gennaio 2018
Matteo Renzi
"Il sottosegretario Boschi sarà candidato, vedremo dove, ma in più posti come tutti gli altri. Io mi candiderò in Lombardia e Campania. Vale per tutti i dirigenti del partito e anche per Boschi". Il segretario del Pd, Matteo Renzi, ospite a "Otto e Mezzo" su La7, chiarisce la questione che aveva creato tensioni con la minoranza del partito.
Alla prima uscita televisiva del 2018, Renzi rilancia la sfida al centrodestra e al tandem Berlusconi-Salvini. Il Partito Democratico, dice il segretario dem, è pienamente della partita e punta a migliorare la performance del 2013, quando il partito sotto la guida di Pierluigi Bersani ottenne il 25,8 per cento. L’unica vittoria alla quale aspira Renzi, tuttavia, è esprimere un premier del Pd, come spiega nello studio di "Otto e mezzo".
Qui, il segretario allarga il ventaglio delle candidature sottolineando che nel partito ci sono tanti esponenti capaci, a partire da Gentiloni che "si sta dimostrando un ottimo presidente del consiglio". Il segretario conferma la linea dettata sul finire del 2017: stop personalismi, il Pd si fa squadra. E per Renzi si tratta di una squadra che può puntare in alto. Gentiloni, Delrio e la stessa Boschi sono tutti "top player" del partito che, con le candidature per le politiche, si appresta ad accogliere altre personalità del mondo della politica, come il ministro Pier Carlo Padoan, e della società civile, come il professor Burioni, campione della scienza contro la superstizione anti vax.
Per centrare l’obiettivo Renzi ha impostato una campagna elettorale sulle cose fatte fino ad oggi, "100 punti dai quali ripartire per migliorare", è la formula utilizzata. E un primo assaggio di questa "piattaforma" si avrà nel prossimo fine settimana, fra il Lingotto di Torino e l’appuntamento di domenica a Milano, dove dovrebbe essere presente anche il ministro Carlo Calenda. Il Pd se la gioca, dunque, e chi gli fa notare che con Grasso, Bersani e compagni il centro sinistra volerebbe tranquillamente oltre il 35 per cento, Renzi risponde che quella è una storia finita. A confermarlo è la stoccata del segretario dem a Grasso e ai suoi: "I voti alla sinistra radicale fanno vincere Salvini". Ma lo scontro più duro è sulle tasse universitarie, che Pietro Grasso sogna di eliminare. Una proposta definita "un regalo ai ricchi e ai fuori corso". In altre parole, "una proposta scritta da Grasso e pensata per Di Maio", con riferimento al curriculum universitario del capo politico del M5S.
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